mercoledì 6 Dicembre 2023
Sanità/Salute

Sileri: «Bisogna fidarsi degli italiani, l’autocertificazione deve essere abolita»

ROMA «L’Italia è come un paziente convalescente da una malattia grave. Lo stiamo dimettendo, ma con prescrizioni da osservare. Però ci dobbiamo affidare anche alla responsabilità e al buon senso». Pierpaolo Sileri è medico e viceministro della Salute. Reduce dalla malattia, è guarito.

 

Buon senso, dice. Ma questa autocertificazione non è un segno di sfiducia verso gli italiani? Quando ci tratterete da adulti e direte: incontrate chi volete, ma con mascherina e a distanza?

 

«Ha ragione. Poco fa al Senato si votava con laptop attaccati con la corda. Ma perché si presume che qualcuno voglia fare il furbo e li voglia rubare? Io ho questo difetto, che mi fido degli italiani».

 

È stato un errore imporre l’autocertificazione?

 

«Non so se è stato un errore. Io forse non l’avrei messa, ma capisco la logica. C’è sempre qualche furbo. Ma se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l’autocertificazione».

 

Anche perché la confusione sui congiunti è massima. Lei ha esteso la categoria agli amici, ma solo agli «amici veri». Come si stabilisce se è «vero» un amico?

 

«C’è chi vuole giocare con le parole, ma io ho detto amico vero nel senso che non deve essere una scusa. C’è chi vive solo, è vedovo o magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino. In mancanza dei nonni e babysitter, un amico è fondamentale».

 

Le conferenze stampa sono state abolite. Sono state un errore?

 

«All’inizio andavano bene, ma non ha senso dare i numeri senza spiegarli».

 

Conte ha comunicato male?

 

«No, Conte ha spiegato benissimo. Forse dagli scienziati è arrivata un po’ di confusione. Avrei fatto parlare solo l’Istituto superiore di sanità».

 

Anche l’Oms ha fatto confusione. E molti esperti si sono contraddetti spesso.

 

«L’Oms ha dato linee guida sbagliate. Ma all’inizio si conosceva poco il virus».

 

C’è chi vive solo e magari ha bisogno di qualcuno che gli tenga il bambino: un amico è fondamen-tale

 

Renzi accusa Conte di autoritarismo.

 

«È una posizione incomprensibile. Se non ci fossero stati i Dpcm, l’Italia sarebbe una grande Lombardia. Berlusconi, all’opposizione, ha detto una cosa giusta: nell’emergenza ci si stringe attorno al premier. Non comprendo le occupazioni simboliche della Lega che non portano nulla. Nei momenti di emergenza così grave si deve essere uniti e seguire le indicazioni del primo ministro».

 

La sanità era impreparata. E ora? Non pare molto più avanti, terapie a parte.

 

«Avrei criticato la nostra organizzazione sanitaria anche prima del virus: troppo ospedale-centrica, servizio proattivo scarso e disomogeneo, liste d’attesa, carenza di medici e infermieri. Ma per esempio abbiamo la cura dei tumori migliore d’Europa. E in questi mesi siamo migliorati, non solo nei posti letto ma anche nei servizi territoriali. Certo, mancano ancora tamponi e reagenti in alcune zone».

 

Non un particolare.

 

«Sì, ma ci stiamo lavorando. All’estero hanno sbagliato come noi, ma siamo abituati ad autodenigrarci».

 

I calcoli del Comitato sono contestati.

 

«In alcuni casi, come per le mascherine, il rischio era sovrastimato. Non esistono modelli predittivi infallibili. Ma sulla scuola hanno ragione».

 

Lei è guarito. Si sente immune?

 

«No, ho gli anticorpi e sono abbastanza tranquillo, ma tra sei mesi non lo sappiamo».

 

Dove si immagina quest’estate?

 

«Tra mare e campagna scelgo quest’ultima, per proteggere la famiglia. È sempre questione di buon senso».