Italia viva?
In un mio precedente articolo dal titolo “Una sciagura chiamata Renzi” auspicavo le elezioni anticipate.
Il Presidente della Repubblica, che indubbiamente è più saggio del sottoscritto, ritiene che invece non siano una buona idea.
Nella dichiarazione di Sergio Mattarella al termine dell’incontro con il Presidente della Camera Roberto Fico, a cui era stato affidato un mandato esplorativo (il cui testo integrale è disponibile qui) emergono dei concreti dubbi sul voto anticipato:
- i prossimi mesi saranno cruciali per la lotta contro il virus e occorre un governo nella pienezza delle funzioni;
- a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti;
- entro aprile va presentato all’Europa il piano per l’utilizzo dei fondi europei. La discussione con l’Europa per l’utilizzo dei fondi non può essere condotta da un governo con attività ridotta;
- le elezioni prevedono una discussione democratica, quindi la possibilità di incontri pubblici, una situazione in totale conflitto con l’attuale pandemia che richiede ancora molta attenzione;
- il tempo che intercorre tra lo scioglimento delle Camere a quello in cui un nuovo governo viene insediato è di circa quattro, cinque mesi. Secondo Mattarella “Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi, per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali”.
Tutte queste preoccupazioni, elencate saggiamente dal nostro Presidente della Repubblica, rappresentano perfettamente il sentimento della maggior parte dei cittadini italiani.
Continuo quindi a chiedermi quale sia stato il motivo che ha indotto Matteo Renzi a voler condurre il nostro Paese in questa sciagurata situazione. È da dicembre che Renzi e il suo partitino ci condannano a questo assurdo teatrino, costringendo il nostro Paese allo stallo.
Immagino che gli aderenti a Italia Viva (partito principalmente fondato da eletti nelle liste del Partito Democratico) risponderanno che tutto questo è stato fatto per sostituire Giuseppe Conte con Mario Draghi, forse perché ritengono Giuseppe Conte poco adatto al ruolo. Ma allora perché avevano deciso di governarci insieme?
Forse perché gli esponenti del partito di Renzi ritengono che i soldi del Recovery fund potranno meglio essere gestiti da Draghi, rispetto a Conte? Ma allora perché non hanno innescato la crisi di governo a giugno dell’anno scorso, quando appunto si è saputo dell’entità della somma che sarebbe arrivata dall’Europa (il merito è del governo Conte bis)?
Forse perché i renziani non hanno ben chiara la visione politica di Conte? Ma se è così, mi domando, cosa invece sappiamo della visione politica di Draghi? Qualcuno conosce il programma di governo dell’ex presidente della BCE?
Sappiamo cosa pensa Draghi in merito alle questioni che hanno creato attriti tra i partiti all’interno della coalizione di maggioranza, ma anche con l’opposizione? Cosa ne pensa del Mes? E della possibilità di prendere o non prendere tutti i soldi del Recovery fund, delle infrastrutture, delle questioni ambientali, della problematica dell’immigrazione, della giustizia?
Qualcuno di Italia Viva può rispondere a queste domande?
Probabilmente no… ma allora torniamo alla domanda originale… che scopo ha avuto questa crisi di governo?
Forse ridare visibilità al personaggio Matteo Renzi, in questi mesi oscurato dal premier Giuseppe Conte? Forse cercare di bloccare il progetto politico aggregativo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, che cominciava a impensierire e a dare fastidio?
Nella mia vita non ho mai avuto esperienze politiche, ma immagino che essere un rappresentante istituzionale implichi fiducia non solo verso i cittadini che governi, ma anche all’interno della coalizione con la quale sei stato votato ed eletto.
Matteo Renzi è stato l’artefice della caduta di due governi: il governo Letta e il governo Conte bis.
Mi chiedo che tipo di lealtà Matteo Renzi potrà in futuro offrire, in una possibile compagine governativa (ammesso che qualcuno se lo “fili” ancora).
Nel nostro territorio sono diversi i membri di Italia Viva, tra loro anche personaggi delle istituzioni e amministratori locali: Fedrico Talè (ex consigliere regionale), Alessandra Nencioni (coordinatrice provinciale Pesaro Urbino), Antonio Sebastianelli (coordinatore provinciale Pesaro Urbino e sindaco di Terre Roveresche), Claudio Patregnani (vice sindaco di Terre Roveresche), Cristian Andreani (assessore allo sport di Terre Roveresche), Davide Barattini (ex segretario del PD) Alessandro Avaltroni (sindaco di Fratterosa), Alberto Alessandrini (sindaco di Cagli), Mariano Orsini di Iv Comitato Urbino, Gianfranco Fedrigucci di Iv con Urbino, Maria Rita Russo di Iv Fano Crescita Sostenibile, Pierino Cecchi di Moderati Azione Civile Fano, Lenina Donini di Iv Società Aperta Cagli, Alessandro Bugatti di Alleanza Catria e Nerone Acqualagna, Giampietro Volpi di Frontone: Territorio, Sviluppo, Europa, Donatella Tombari di Società Aperta Pesaro.
Sarebbe interessante conoscere il loro parere sulle recenti gesta del massimo rappresentante del loro partitino.