domenica 8 Settembre 2024
Economia

La gigafactory di batterie Italvolt ora punta sull’Italia Fabbrica da 3 mila persone

La scelta del sito tra Piemonte, Campania e Calabria

 

Una mega fabbrica di batterie in Italia, la più grande del Sud Europa, la dodicesima al mondo. Il progetto — si apprende — sarebbe arrivato ormai alle battute finali e ci sta lavorando da qualche mese Italvolt, la newco creata da Lars Carlstrom, imprenditore svedese, fondatore e azionista di Britishvolt, la società che nel Northumberland, in Gran Bretagna, vuole erigere entro il 2023 un «gigaplant» da 2,6 miliardi di sterline.

Italvolt starebbe scegliendo tra tre siti — Piemonte, Campania e Calabria — per costruire un impianto con una produzione a un tasso annuo fino a 45 Gigawattora e che dunque avrebbe bisogno di 100 ettari circa di superficie, dando così lavoro a qualcosa come tremila persone e, secondo le stime, ad altre 15 mila nell’indotto. La gigafactory italiana ambisce a intercettare il grande mercato europeo dell’automotive, dove con Stellantis ha appena fatto la sua comparsa il quarto costruttore mondiale. E per farlo al meglio vorrebbe dotarsi anche di un centro ricerche di 20 mila metri quadri. L’idea è dare impulso alla creazione di una filiera europea per l’auto elettrica. L’operazione sarebbe finanziata all’inizio da Italvolt per poi raccogliere da altri investitori il capitale necessario ad avviare i lavori su uno dei tre siti italiani e vedere indicativamente l’impianto pronto per il 2023. La cifra sarebbe nell’ordine di qualche miliardo, basta vedere l’omologo investimento Oltremanica e quello di Tesla nel Brandeburgo.

Il tempismo non è da poco in questa vicenda, visto che nelle ultime settimane governi e aziende stanno spingendo sull’acceleratore del comparto batterie. Secondo uno studio di McKinsey infatti nel 2040 la sola domanda per i veicoli elettrici assemblati in Europa raggiungerà i 1.200 Gigawattora annui, mentre un dossier dell’8 febbraio di Roland Berger preannuncia — sulla spinta espansiva delle rinnovabili e il conseguente crollo dei prezzi — un riassetto dei grandi player dello stoccaggio, con trend di consolidamento verticale e orizzontale. Poche settimane fa i cinesi di Faw hanno annunciato 1 miliardo di investimento per produrre auto elettriche in Emilia e giusto ieri Comau, la società di automazione e robotica del gruppo Stellantis, ha aderito alla European Battery Alliance (Eba) e alla Batteries European Partnership Association (Bepa), di cui Carlo Novarese — global competence center batteries manager di Comau — è stato eletto membro del cda. Inoltre l’Italia ha annunciato la partecipazione all’Ipcei (Important Projects of Common European Interest) sulle batterie, che ha ottenuto il via libera dalla Commissione europea, con 12 imprese e 2 centri di ricerca per un investimento di oltre un miliardo di euro.