Il ‘Distretto biologico’ avanza a pieno ritmo
Aumentano le adesioni sia da parte di enti pubblici che aziende e istituti scolastici. Un progetto sempre più in espansione
PERGOLA Continua a crescere il ‘Distretto biologico Terre Marchigiane’ che a fine anno ha nominato il consiglio direttivo e approvato lo statuto. Aumentano le adesioni sia da parte di enti pubblici che aziende e istituti scolastici, a testimonianza che sono in molti a credere nelle potenzialità del progetto, ideato dalla presidente di Anabio Marche Sara Tomassini. Le ultime amministrazioni a deliberare sono state il Comune di Mondolfo e l’Unione Montana del Montefeltro. Realtà che vanno ad aggiungersi ai 13 comuni che hanno dato vita alla costituzione: Pergola, Frontone, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, Fratte Rosa, Mondavio, Terre Roveresche, Monte Porzio, Sant’Ippolito, Fossombrone, San Costanzo, Cagli e Cantiano. Enti e non solo; sono, infatti, ben 106 le aziende agricole biologiche che hanno aderito, più tre istituti superiori tecnici agrari e professionali (‘Cecchi’ di Pesaro, ‘Salvati’ di Jesi, ‘Morea Vivarelli’ di Fabriano) e diversi gruppi di acquisto solidale, per un totale complessivo di 5.198,5 ettari. Il Distretto, inoltre, sta lavorando ad un progetto di ricerca su un bando del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che vede il coinvolgimento di noti esperti di agroecologia e di altri tre distretti: Val di Vara, Chianti e Valle del Simeto. «E’ evidente – spiega Sara Tomassini, che è stata eletta anche presidente di questo nuovo organismo – che il ‘Distretto biologico Terre Marchigiane’ è uno strumento innovativo per una governance territoriale sostenibile, in cui agricoltori, cittadini, amministrazioni comunali, istituzioni e altri attori della filiera agricola stringono un patto per la gestione del territorio secondo i principi dell’agricoltura biologica. Proponiamo un approccio partecipativo allo sviluppo locale rurale». Sulle ragioni di tanto interesse verso questa esperienza, Tomassini aggiunge: «Al di là degli ovvi motivi economici, il biologico è un settore in crescita ed è fortemente sostenuto dalla politica europea. Ragioni profonde vanno anche individuate nella volontà dei territori di fare rete, filiere, creare uno sviluppo sostenibile partendo dalla valorizzazione dell’esistente, ovvero nelle aree rurali delle piccole e medie aziende agro-alimentari. Ne è la prova il fatto che questo Distretto è partito veramente dal basso per iniziativa di agricoltori Anabio-Cia che hanno coinvolto tutti senza escludere nessuno».