Renzi lo smemorato
Il 14 gennaio 2010 Matteo Renzi a “Porta a Porta” disse a Paola Binetti, che aveva osato lasciare il Pd per l’Udc con Enzo Carra: “La tua posizione, di Carra e altri è rispettabile, ma dovevate avere il coraggio di dimettervi dal Pd e dal Parlamento, perché non si sta in Parlamento coi voti presi dal Pd per andare contro il Pd. È ora di finirla con chi viene eletto con qualcuno e poi passa di là. Vale per tutti. Se c’è l’astensionismo è anche perché se io decido di mollare con i miei, mollo con i miei – è legittimo – però rispetto chi mi ha votato e non ha cambiato idea”.
E il 22 febbraio 2011 ribadì: “Se uno smette di credere in un progetto politico, non deve certo essere costretto con la catena a stare in un partito. Ma, quando se ne va, deve fare il favore di lasciare anche il seggiolino”.
Chissà perché questo suo discorso non vale per il suo partito, Italia Viva, formato da una trentina di singoli parlamentari eletti nel Pd più due ex M5S, tre ex FI, due ex LeU, un ex montian-verdiniano ecc.
Chissà perché non ripeté il suo discorso a Porta a Porta ad Alfano quando prese un pezzo di FI e fondò Ncd per tener in piedi il governo Letta e poi il suo. Né a Verdini quando prese un altro pezzo di FI e fondò Ala per puntellare il suo governo.
La crisi di governo creata da Matteo Renzi è la più pazza del mondo. Una crisi voluta dall’ex segretario del Pd durante una pandemia mondiale, mentre il governo poteva vantare un buon livello di consenso nel paese e in particolare Conte, il Presidente del Consiglio. Avevamo anche “portato a casa” 209 milioni di euro di Recovery found. Quindi Renzi ha aperto una crisi in maniera del tutto spregiudicata.
Ora Renzi ci viene anche a dire che “la crisi non l’ho aperta io”. Mi chiedo se Renzi abbia dei seri problemi di memoria.