lunedì 16 Settembre 2024
Politica italiana

IL NEGAZIONISTA LEGHISTA BATTE PURE “POSAMAN”

In fondo dovremmo essere riconoscenti

all’on. Claudio Borghi

Aquilini, perché ha il coraggio

di dire, senza pensare, le stesse corbellerie

che Matteo Salvini pensa

ma non osa dire. Giovedì sera, a

Piazzapulita , l’estroverso leghista

faceva ridere più del Posaman del

comico Lillo quando sventolava

gli studi sul “lockdown che non serve

a niente”, prodotti da tal “Ioan –

nidis, professore dell’Università di

Stanford ”. Un cervellone che il prof.

Crisanti, provocato dall’Aquilini

(“lei è esperto di genetica della zanzara

non di questi temi”), e dunque

punto sul vivo, ha rivelato essere,

come dicono a Roma, una mezza

s òl a: “S ta nford

ha cancellato

i video

di costui che

si è pure scusato”.

A questo

punto Corrado

Formigli

ha chiesto se

la negazione

del lockdown

e di ogni altra restrizione fosse la linea

condivisa anche da Salvini. Al

che il Borghi prima ha confermato,

poi ha farfugliato, sudando copiosamente.

Di affermazioni negazioniste

del Covid da parte dell’ex Capitano

gli archivi dei giornali traboccano

e infatti, ora che è al governo, fa un

po’ tenerezza vederlo piatire un’ora

in più sulle chiusure serali di bar e

ristoranti. Proprio lui che quando

era di lotta ostentava con fiero cipiglio

l’assenza di mascherina. Il

fatto è che alla base del salvinismo

virale c’è la stessa teoria politico-

sanitaria che agli albori della

pandemia fece dire al presidente

brasiliano, Jair Bolsonaro: “Tran –

quilli, tanto prima o poi tutti dobbiamo

morire”. Infatti nel suo Paese

si muore prima.Una forma abborracciata

di darwinismo sociale

secondo la quale piuttosto che paralizzare

l’economia con odiosi divieti

e dannose quarantene è molto

più conveniente lasciare che la falce

epidemica faccia il suo lavoro

spedendo al creatore i più anziani e

i più fragili. Selezione naturale che

ha permesso all’Inps di risparmiare

nel 2020 qualcosa come 11,9 miliardi.

Un saldo virtuoso che, prepariamoci,

i Borghi Aquilini sventoleranno

con orgoglio nel prossimo

talk.Mentre governo e regioni,

maggioranza e opposizione si dedicano

al gioco delle parti (sulle

chiusure alle 22, no alle 23), le strade

intorno sono intasate di auto e

di persone che si godono la primavera.

Controlli zero, eppure Roma

che sarebbe zona arancione già si

comporta come zona bianca. Altro

che decreti, trionfa il liberi tutti autogestito.

Il resto è noia.