sabato 27 Luglio 2024
Ambiente

Sul riscaldamento climatico la Exxon sapeva tutto dal 1977 ma tacque

Vita delle Società - Associazioni

A quasi due anni dall’uscita del libro-inchiesta di Stella Levantesi su “I bugiardi del clima” edito da Laterza che ebbe un grande successo di lettori e in cui tra i maggiori imputati figurava anche la Exxon, descritta come una vera e propria macchina del negazionismo. Colpevole allora di aver diffuso intenzionalmente informazioni false o errate per negare le prove del fatto che il cambiamento climatico e l’emergenza climatica esistono, sono dovute alla combustione dei fossili e sono causate dall’uomo con il suo comportamento (v. Staffetta 27/05/21), oggi la multinazionale Usa torna alla ribalta più o meno per gli stessi motivi in un articolo apparso sulla prestigiosa rivista Science il 12 gennaio dal titolo “Assessing ExxonMobil’s global warming projections”. Rilanciato due giorni dopo in Francia da Le Monde con il titolo “ExxonMobil disposait de proijections fiable sur le climai dès 1977”. In tutti e due gli articoli con un errore perché nel 1977 la Exxon non si era ancora fusa con la Mobil, cosa che avvenne solo alla fine del secolo.

Ma oggi l’accusa è ancora più pesante: quella cioè di aver ingannato consapevolmente a partire dalla fine degli anni ’80 l’opinione pubblica e i governi, negando cioè ogni rapporto tra cambiamento climatico e impiego delle fonti fossili e continuando in proposito a seminare dubbi, pur disponendo di prove inoppugnabili trovate dai suoi stessi ricercatori.

Autori dell’articolo Geoffrey Supran e Naomi Oreskes, due storici della scienza dell’Università di Harward, e Stefan Rahmstorf, specialista di cambiamenti climatici all’Istituto di ricerca di Potsdam in Germania. Oggi l’accusa è di essere stata già nel 1977 perfettamente al corrente del riscaldamento climatico causato dalle attività umane. Non solo, ma anche di averli misurarli con precisione in circa 0,20 gradi Celsius di riscaldamento ogni decennio. Risultati che scartavano altresì l’ipotesi dell’arrivo di un’era glaciale, argomento spesso usato per confutare l’ipotesi del riscaldamento. E ciò grazie ai risultati del tutto affidabili e inoppugnabili di ricerche commissionate a scienziati appositamente reclutati dalla Exxon. Previsioni estremamente ben fatte e in certi casi addirittura migliori di quelle fatte all’epoca da ricercatori indipendenti.

Sollecitata da Le Monde a difendersi, il 12 gennaio Exxon ha dichiarato, attraverso il portavoce Todd Spliter, che “alcuni hanno cercato di deformare i fatti e la posizione di questa società sulla scienza del clima”. Al che Le Monde a sua volta ricorda che sul tema negli ultimi anni questa impresa è stata oggetto di numerose audizioni pubbliche da parte del Congresso americano e del Parlamento europeo. Come pure di inchieste giornalistiche.

Tanto è vero che nel 2017 i due storici autori dell’articolo su Science si erano concentrati nelle loro ricerche anche sulle analisi dei testi prodotti dagli scienziati della Exxon. E tre anni più tardi anche sui suoi modelli climatici, un materiale fino ad allora raramente esaminato. Notando contrasti con i modelli climatici universitari i cui effetti sono stati anch’essi largamente riesaminati. Nel complesso ben 104 documenti scientifici della Exxon che vanno dal 1977 al 2003. Di cui 72 scritti e revisionati. Per Geoffrey Supran, uno degli autori dell’articolo, uno sforzo mirato tra l’altro a capire meglio gli effetti che i prodotti Exxon potevano provocare sull’ambiente. Arrivando a disporre di ben 16 proiezioni dell’evoluzione della temperatura media globale e della concentrazione di CO2 atmosferica fino al 2019, utilizzando i modelli di bilancio energetico che permettono di valutare l’evoluzione della temperatura secondo i diversi valori di CO2.

In sostanza stiamo parlando di un’impresa che su un argomento così scottante sarebbe riuscita a mettere insieme dati ed elementi di giudizio quasi più avanzati e affidabili di quelli messi insieme dalla ricerca universitaria. A suo merito e insieme, a quanto emerge dalle carte, a suo demerito.