nota stampa in risposta alle dichiarazioni sui richiedenti asilo che dormono al passetto
Buongiorno condividiamo con tutte e tutti voi, la nota stampa che abbiamo scritto in merito alle dichiarazioni dell’assessore alla sicurezza del comune di Ancona Zinni sui richiedenti asilo che dormono al passetto.
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Apprendiamo con stupore la notizia secondo la quale il neo assessore alla sicurezza del comune di Ancona, vorrebbe emettere dei provvedimenti di allontanamento nei confronti dei richiedenti asilo presenti in città, rei di essere senza fissa dimora.
La nota prosegue con tutta una serie di inesattezze, e frasi raffazzonate per cercare di motivare una pratica che sarebbe del tutto illegittima.
Forse prima di scrivere post, l’assessore quantomeno dovrebbe informarsi meglio e poi prendere visione di alcune leggi. Infatti nonostante il sistema normativo italiano in materia di immigrazione sia ampiamente discriminatorio e limitativo, contiene ancora delle norme che tutelano i richiedenti asilo. Leggi che sono la traduzione in norme di trattati internazionali firmati dall’Italia, che nessuna ordinanza comunale può superare od ostacolare.
Ma andiamo in ordine: la nota inizia definendo i richiedenti asilo senza fissa dimora, (il tono razzista e da nostalgici del ventennio trapela in tutto il comunicato) ed infatti non dovrebbero esserlo visto che esiste il Decreto Legge del 18 agosto 2015, n. 142 nell’articolo 1 commi 2 e 3, che obbliga l’amministrazione ad adottare immediatamente misure di accoglienza di fronte alla manifestazione della volontà di chiedere “protezione internazionale”.
Lo traduciamo in punti per smontare la propaganda, e magari è più semplice da capire anche per l’assessore:
1) il richiedente asilo va in Questura e manifesta la sua volontà di richiedere protezione internazionale;
2) la polizia lo identifica, se non ci sono pendenze, gli rilascia un documento provvisorio, il cosiddetto cedolino;
3) La Prefettura contestualmente, o quanto meno in tempi strettissimi, inserisce il richiedente in una struttura di accoglienza. (La Prefettura dovrebbe trovare appartamenti e strutture di accoglienza anche con il supporto del Comune).
Quindi se ci sono richiedenti protezione internazionale senza fissa dimora vuol dire che il sistema pubblico non ha funzionato. Quindi l’assessore piuttosto che minacciare espulsioni che non può fare, sarebbe meglio che in concerto con la Prefettura, cercasse delle sistemazioni idonee.
La confusa nota dell’assessore prosegue dicendo che i richiedenti sono in attesa dei documenti relativi alla ricollocazione.
Ma quale ricollocazione? Dove ha tirato fuori questa perla non si sa, probabilmente confonde il programma di Relocation (che non ha mai funzionato e il governo attuale ha accantonato) con il sistema di accoglienza, comunque i richiedenti sono in attesa di una struttura di accoglienza che gli deve assegnare la Prefettura.
Altra questione di non poco conto riguarda la competenza territoriale, infatti la valutazione della richiesta di protezione dovrà essere valutata dalla Commissione Territoriale di Ancona quindi la titolarità ad essere presente nel territorio non può essere messa in discussione.
Comunque al di là degli aspetti tecnici a preoccuparci sono i toni e le semplificazioni adottate in questa comunicazione con tanto di velata minaccia finale. Oltre ai richiedenti asilo vengono criminalizzati anche i senza fissa dimora, cosa accadrà nei mesi invernali quando ci sarà bisogno di adottare il piano freddo? La soluzione sarà quella di cacciarli tutti?
La nota prosegue con tutta una serie di inesattezze, e frasi raffazzonate per cercare di motivare una pratica che sarebbe del tutto illegittima.
Forse prima di scrivere post, l’assessore quantomeno dovrebbe informarsi meglio e poi prendere visione di alcune leggi. Infatti nonostante il sistema normativo italiano in materia di immigrazione sia ampiamente discriminatorio e limitativo, contiene ancora delle norme che tutelano i richiedenti asilo. Leggi che sono la traduzione in norme di trattati internazionali firmati dall’Italia, che nessuna ordinanza comunale può superare od ostacolare.
Ma andiamo in ordine: la nota inizia definendo i richiedenti asilo senza fissa dimora, (il tono razzista e da nostalgici del ventennio trapela in tutto il comunicato) ed infatti non dovrebbero esserlo visto che esiste il Decreto Legge del 18 agosto 2015, n. 142 nell’articolo 1 commi 2 e 3, che obbliga l’amministrazione ad adottare immediatamente misure di accoglienza di fronte alla manifestazione della volontà di chiedere “protezione internazionale”.
Lo traduciamo in punti per smontare la propaganda, e magari è più semplice da capire anche per l’assessore:
1) il richiedente asilo va in Questura e manifesta la sua volontà di richiedere protezione internazionale;
2) la polizia lo identifica, se non ci sono pendenze, gli rilascia un documento provvisorio, il cosiddetto cedolino;
3) La Prefettura contestualmente, o quanto meno in tempi strettissimi, inserisce il richiedente in una struttura di accoglienza. (La Prefettura dovrebbe trovare appartamenti e strutture di accoglienza anche con il supporto del Comune).
Quindi se ci sono richiedenti protezione internazionale senza fissa dimora vuol dire che il sistema pubblico non ha funzionato. Quindi l’assessore piuttosto che minacciare espulsioni che non può fare, sarebbe meglio che in concerto con la Prefettura, cercasse delle sistemazioni idonee.
La confusa nota dell’assessore prosegue dicendo che i richiedenti sono in attesa dei documenti relativi alla ricollocazione.
Ma quale ricollocazione? Dove ha tirato fuori questa perla non si sa, probabilmente confonde il programma di Relocation (che non ha mai funzionato e il governo attuale ha accantonato) con il sistema di accoglienza, comunque i richiedenti sono in attesa di una struttura di accoglienza che gli deve assegnare la Prefettura.
Altra questione di non poco conto riguarda la competenza territoriale, infatti la valutazione della richiesta di protezione dovrà essere valutata dalla Commissione Territoriale di Ancona quindi la titolarità ad essere presente nel territorio non può essere messa in discussione.
Comunque al di là degli aspetti tecnici a preoccuparci sono i toni e le semplificazioni adottate in questa comunicazione con tanto di velata minaccia finale. Oltre ai richiedenti asilo vengono criminalizzati anche i senza fissa dimora, cosa accadrà nei mesi invernali quando ci sarà bisogno di adottare il piano freddo? La soluzione sarà quella di cacciarli tutti?
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