domenica 8 Settembre 2024
Mafia

Delitto Bruzzese, «Versace aiutò i killer» La Corte d’Assise lo condanna all’ergastolo

Era stato ucciso a sangue freddo per la sola «colpa» di essere il fratello di un pentito di mafia: venti colpi davanti alla sua abitazione in via Bovio. Accadde la sera di Natale di sei anni fa. Ieri la Corte d’assise di Pesaro ha condannato all’ergastolo Rocco Versace, calabrese di 58 anni, accusato di essere il complice dell’omicidio di Marcello Bruzzese, 51 anni, fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese. Versace è stato accusato di aver partecipato alla progettazione dell’omicidio del quale sono già stati condannati all’ergastolo, come esecutori materiali Francesco Candiloro e Michelangelo Tripodi. La condanna per Versace è arrivata ieri al termine di 7 ore di camera di consiglio per concorso in omicidio aggravato dal metodo mafioso. A leggere il dispositivo della sentenza nel tardo pomeriggio la presidentessa del tribunale Lorena Mussoni, di fronte alla procuratrice capo di Ancona Monica Garulli che ha rappresentato l’accusa insieme ai pm Daniele Paci e Paolo Gubinelli, all’avvocato di parte civile per la famiglia della vittima, ai difensori di Versace e ai tanti che hanno voluto assistere all’epilogo, almeno in primo grado, di una vicenda che ha scosso nel profondo la città. Rocco Versace, difeso dagli avvocati Pasquale Loiacono del foro di Palmi e Francesco Albanese del foro di Reggio Calabria ha assistito in videocollegamento dal carcere in cui si trova, anche le parti civili, rappresentate dall’avvocatessa Giulia Cometti in sostituzione delle avvocatesse Ada Odino e Grazia Iannarelli, erano presenti a distanza collegate da un sito protetto. «Quello che è accaduto – ha commentato la procuratrice Monica Garulli – ha scosso Pesaro ed è un fatto molto grave anche per le implicazioni che ha avuto trattandosi di una chiara ritorsione nei confronti dei collaboratori di giustizia. La pronuncia conferma la fondatezza dell’attività investigativa diretta dalla Procura distrettuale di Ancona». Soddisfazione anche dalle parti civili. La sentenza ha riconosciuto il versamento di una somma, a titolo di provvisionale, di 50mila euro ciascuno per la moglie, i figli e la madre di Bruzzese e di 10mila per i fratelli e le sorelle. «E’ stato un processo lungo e faticoso commenta l’avvocatessa Giulia Cometti che assiste le parti civili in sostituzione dell’avvocatessa Ada Odino e Grazia Iannarelli – la famiglia è soddisfatta di questa sentenza». «Faremo appello – è il commento dei difensori di Versace -. Il nostro assistito non si aspettava la condanna perché egli si ritiene assolutamente estraneo ai fatti. Anche nelle nostre repliche abbiamo osservato che non c’è la prova certa della possibilità di attribuire a lui le utenze olandesi che poi sarebbero state utilizzate. Quello è il punto tecnico che riteniamo non essere stato pienamente provato».