Bongiorno Italia
Per dire come funziona quella
che spiritosamente chiamiamo
“informazio ne”. Il
Tempo riporta una dichiarazione
di Salvini dopo il video di Grillo
sulle accuse al figlio: “Qualcosina
su come siano andate le cose mi ha
detto il mio avvocato, dato che è lo
stesso della ragazza che ha denunciato
lo stupro, ovvero Giulia
B ongiorno”. Né Salvini né Bongiorno
smentiscono. Anna Macina,
sottosegretario M5S alla Giustizia,
pone la domanda che tutti
si pongono: la Bongiorno, nella
sua doppia veste di legale della ragazza
e di Salvini, nonché di avvocata
e di senatrice, ha spifferato
notizie sul caso di Grillo jr. al suo
cliente e leader che l’ha portata in
Parlamento? Se così fosse, un
conflitto d’interessi già enorme
( un’eletta per rappresentare l’in –
tera nazione che rappresenta tizio
o caio) si moltiplicherebbe
vieppiù, senza contare la questione
deontologica degli eventuali
segreti di una cliente rivelati a un
altro cliente. In un Paese normale,
tutti chiederebbero a Salvini e
Bongiorno di chiarire l’imbaraz –
zante situazione. Invece siamo in
Italia e tutti attaccano la Macina,
che si dovrebbe dimettere dal governo
per aver detto l’unica cosa
sensata in tutta la vicenda. Salvini
tace. La Bongiorno chiede le dimissioni
della Macina e minaccia
di trascinare anche lei in tribunale
per non si sa bene cosa, visto
che la sua domanda è tipica
dell ’attività parlamentare, scriminata
dall’insindacabilità. A
quel punto, toma toma cacchia
cacchia, arriva l’ineffabile ministra
Cartabia, che ammonisce la
sottosegretaria al dovere “istitu –
zionale del massimo riserbo sulle
vicende giudiziarie aperte”. Peccato
che la Macina non abbia detto
nulla sul processo a Grillo jr.: è
il senatore Salvini che ha detto di
sapere ciò che non dovrebbe grazie
alla Bongiorno che non l’ha
smentito. Intanto l’altro sottosegretario
alla Giustizia, il forzista
Sisto, deputato e avvocato di B.
nel processo Escort, dichiara che
il rinvio a giudizio di Salvini per
Open Arms non sta in piedi perché
“è impossibile pensare che abbia
commesso tutto da solo”. Tifo
da stadio per il neoimputato anche
dai ministri Gelmini e Garavaglia
e dai sottosegretari Durigon
e Gava. Ma per loro non risultano
moniti della Cartabia.
Riavvolgiamo il nastro. Se Salvini
ha detto la verità, la Bongiorno
ha tradito il mandato legale,
dunque dovrebbe dimettersi, se
non da parlamentare, almeno da
avvocata della ragazza, e querelare
per diffamazione non la Macina,
ma se stessa. Se Salvini ha
mentito, dovrebbe dimettersi lui
e la Bongiorno dovrebbe querelare
lui, non la Macina. In attesa di
sapere chi se ne deve andare e fra
Salvini e la Bongiorno, gli unici
che devono dare spiegazioni sono
Salvini e la Bongiorno. E l’unica
che deve restare al suo posto senza
spiegare nulla è la Macina.