domenica 8 Settembre 2024
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Italia sanzionata per le polveri sottili

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Italia, Spagna, Portogallo
e Cipro sono state deferite dalla Commissione europea perché “non
hanno finora affrontato in modo efficace il problema delle emissioni
eccessive di PM10
“.

La Direttiva Europea sulla
qualità dell’aria (la 2008/50/Ce) impone agli Stati membri di
limitare l’esposizione dei cittadini alle PM10, mantenendone la
concentrazione al di sotto di determinati valori limite, sia come
media annuale (40 microgrammi per metro cubo) sia giornaliera (50
microgrammi per metro cubo). Quest’ultimo limite non dovrebbe essere
superato più di 35 volte in un anno.

Gli Stati membri potevano
chiedere fino al giugno 2011 una deroga all’obbligo di rispettare
questi limiti (in vigore dal 2005), ma solo a condizione di aver
adottato misure per rispettare la normativa entro la scadenza della
proroga e di aver predisposto un piano per la qualità dell’aria nel
quale fossero previste le misure di abbattimento. L’Italia e gli
altri paesi sotto accusa hanno chiesto la deroga ma non hanno
rispettato queste condizioni, afferma la Commissione.

Secondo quest’organismo
“ogni anno in Europa muoiono prematuramente circa 80.000 persone
per cause legate al solo inquinamento da traffico. Nelle aree urbane
c’è un incremento del rischio compreso tra il 9% ed il 33% di
contrarre tumore polmonare, indipendentemente dall’abitudine al
fumo”.

Con “PM10” viene
indicato un insieme di polveri inquinanti solide e liquide, altamente
nocive per l’uomo. Possono essere generate da fenomeni naturali, come
l’erosione del suolo o, più comunemente, dai gas di scarico delle
automobili e dall’inquinamento degli impianti industriali.
Le polveri costituiscono
dunque un pericolo subdolo e possono addirittura portare al decesso.
Bambini, malati, donne in stato di gravidanza e anziani sono i
soggetti più a rischio.
Preoccupanti sono le
possibili patologie che le PM10 possono provocare sull’organismo
umano: infezioni polmonari batteriche e virali, aumento della
possibilità di contrarre tumori polmonari, aritmie cardiache e
modifiche dell’elettrocardiogramma, aumento della coagulabilità del
sangue (un fattore di rischio per ictus e trombosi).

Il Commissario europeo
all’Ambiente Janez Potocnik, nel maggio scorso, aveva ricordato come
l’inquinamento atmosferico continui a causare “ogni anno più di
350 mila morti premature in Europa”. L’inquinamento dell’aria
sembra essere un tema che sta a cuore al commissario europeo che,
ancora nel maggio scorso, ricordava che “in Italia sono
ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10mila abitanti, più di 15
persone muoiono prematuramente solo a causa delle particelle
sottili
“.

Netto il commento di
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente:
Nonostante i ripetuti allarmi e le annuali segnalazioni di
Legambiente sull’emergenza polveri, il Governo italiano si è ben
guardato dall’agire con un piano nazionale di interventi concreti
mirati al miglioramento della viabilità generale e del trasporto
pubblico in particolare. Ora pagheremo due volte. Con i nostri
polmoni e con il nostro portafoglio. La multa europea sarà, infatti,
ben superiore al risparmio previsto dai tagli indiscriminati di
Tremonti all’ambiente e alle politiche di disinquinamento e ci
toccherà pagare con le nostre tasche
“.

Per finire, tanto per
rimanere sul tema delle sanzioni europee, vi sono altre due questioni
che preoccupano l’attuale Governo:

  • l’Italia ha ricevuto
    un’ulteriore accusa da parte della Commissione europea che ha deciso
    di intervenire contro il mancato rispetto delle normative
    comunitarie sul trattamento delle acque reflue. L’Italia viene
    accusata, infatti, di non aver preso le misure per proteggere il
    bacino del fiume Olona (Lombardia) e di non aver sottoposto a
    trattamento tutte le acque reflue della zona. Anche in questo caso
    si rischiano sanzioni pecuniarie pesanti.

  • Altra minaccia è
    costituita dal ricorso alla Corte Ue riguardante l’infrazione della
    direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici da parte
    dell’Italia. Bruxelles chiede il rilascio degli attestati, un
    sistema di ispezioni delle caldaie e degli impianti di
    condizionamento dell’aria.