sabato 27 Luglio 2024
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L’Italia sono anch’io

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L’Italia sono anch’io”:
questo dicono i quattro milioni di stranieri che vivono nel nostro
paese e questo è lo slogan scelto dalla campagna che ha l’obiettivo
di portare in Parlamento due proposte di legge di iniziativa
popolare.

La campagna mira a
cambiare l’attuale normativa italiana sulla cittadinanza e ad
introdurre il diritto di voto per gli immigrati. Tra i promotori
della campagna figurano la Cgil, la Caritas, l’Acli e l’Arci.

Si tratta di garantire in
Italia quello che è la norma in tutti i Paesi europei e negli Stati
Uniti: il diritto di sentirsi cittadini dopo un certo numero di anni
durante i quali si è risieduto nel territorio, il diritto di
partecipare alle elezioni amministrative e alla vita sociale e
politica, perché tanti giovani immigrati si sentono italiani a tutti
gli effetti ma non lo sono dal punto di vista giuridico. Dobbiamo
capire che se saremo pronti a riconoscerli come italiani, ne
ricaveremo un gran vantaggio dal punto di vista economico e sociale.

Il tema della cittadinanza
contiene un grande messaggio culturale. L’Italia del futuro deve
essere capace di prevenire i conflitti e deve essere umana.
La nostra attuale legge
sulla cittadinanza dei minori è la più ostile che vi sia in Europa:
per poter rivolgere domanda di cittadinanza i giovani che nascono in
Italia devono vivere ininterrottamente per diciotto anni sul suolo
italiano. Se per qualche motivo dovessero trasferirsi
temporaneamente, non potrebbero più rivolgere la domanda di
cittadinanza. Inoltre, se al compimento del diciottesimo anno non
avessero un lavoro stabile o all’università non avessero sostenuto
il numero di esami che neanche i nostri figli sostengono, questi
ragazzi, che pure si sentono italianissimi, rischierebbero
l’espulsione in quanto considerati clandestini.

Non sarà certo la prima
delle priorità italiane, ma si tratta comunque di un problema
rilevante che, se affrontato, dimostrerebbe che siamo persone umane e
di buonsenso.
Entro sei mesi la campagna
“L’Italia sono anch’io” ha bisogno di raccogliere almeno
cinquantamila firme. Diamole una mano!