Il ritorno del principe

Il ritorno del principe
La criminalità dei potenti in Italia
di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato
editore Chiarelettere

Saverio Lodato è un giornalista e scrittore, ha lavorato presso “L’Ora” di Palermo e per molti anni a “l’Unità”.

Roberto Scarpinato è procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo. Ha lavorato con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si è occupato di alcuni dei più importanti processi degli ultimi anni. E’ stato uno dei pm del processo Andreotti.

Questo libro non è una pacata riflessione sulla realtà maturata nel silenzio protetto di una biblioteca, ma nasce da un’esperienza di vita particolare, un lungo e coatto corpo a corpo con i mali di questo paese.

Quando qualcuno chiede a Scarpinato che tipo di vita lui faccia è solito rispondere: “Frequento assassini e complici di assassini“.

All’inizio Scarpinato era convito di confrontarsi con una sorta di impero del male popolato da individui truculenti e feroci. Ma sempre più gli accadeva di scoprire che il mondo degli assassini comunica attraverso mille porte girevoli con il mondo delle persone normali e di tanti “sepolcri imbiancati” che affollano la scena. Troppo spesso gli assassini non hanno volti trucidi ma sono persone come noi, che hanno frequentato le nostre stesse scuole, che possiamo incontrare nei migliori salotti, che affollanno le stesse chiese delle loro vittime e che sembrano pregare lo stesso dio.

Un libro che racconta la parte oscena di questo nostro paese, che non troveremo nei libri di testo perché è una storia ignominiosa e che ricostruisce il ritratto delle nostre classi dirigenti, classi predatrici e violente dell’Occidente europeo.

Questa nostra storia italiana è intrecciata con la storia della criminalità del potere e si è sviluppata su tre filoni principali: lo stragismo per fini politici, la corruzione sistemica e la mafia.

Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in Italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutive del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il “Principe” di Machiavelli? In politica qualsiasi mezzo è lecito. C’è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c’è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. II libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.