mercoledì 23 Ottobre 2024
Politica locale

«Aprite i porti ai migranti» In oltre duecento al sit-in

«INGIURIE e minacce sulla rete per chi ha firmato l’appello #apriteiporti». E’ quanto denunciato dall’assessore Samuele Mascarin davanti alle oltre 200 persone che martedì sera si sono ritrovate all’anfiteatro Rastatt per protestare contro la «sciagurata decisione del governo di negare lo sbarco alla nave Aquarius». Partito da una decina di persone, ora l’appello #apriteiporti «è stato sottoscritto _– ha fatto sapere la consigliere Carla Luzi – da circa 500 cittadini». «I loro nomi – ha dichiarato Mascarin – sono stati rilanciati sulla rete come una lista di proscrizione: questo sinceramente lo considero politicamente rilevante e a dir poco antipatico ». L’assessore ha chiamato a prendere posizione contro tale tipo di comportamento i 4 parlamentari fanesi: uno della Lega (Luca Rodolfo Paolini) e tre del Movimento 5 Stelle (la senatrice Rossella Accoto, i deputati Maurizio Cattoi e Roberto Rossini). L’ASSESSORE Marina Bargnesi ha ricordato la storia di Mamma Collins e del suo bambino Divane, nato su una nave di Medici senza Frontiere, esempio di accoglienza da parte della comunità fanese. «Rimaniamo umani», è stato l’invito lanciato dall’assessore Stefano Marchegiani, mentre per Primo Ciarlantini «è arrivato il momento di mettere da parte la retorica e di fare qualcosa di costruttivo per Fano. Si ospitino i migranti nel centro della città e non nelle periferie e ogni fanese prenda un rifugiato a casa propria». UN ATTO di accoglienza già sperimentato dai coniugi Nannini dell’associazione ‘L’Africa chiama’ che da due anni hanno un «terzo figlio: Mustafa, senegalese, rifugiato per motivi umanitari». La responsabile della Cgil Simona Ricci ha invece ricordato l’uccisione, qualche giorno fa, in Calabria, a colpi di fucile, di un giovane migrante, attivista sindacale. Rivolta a Matteo Salvini ha commentato: «Mi piacerebbe sentir dire dal ministro degli Interni che la pacchia in Italia è finita non per i migranti, ma per le mafie».