Ospedale Pesaro
«PER il nuovo ospedale siamo sulla strada giusta. Il percorso amministrativo-burocratico è stato ben condotto, manca solo l’involucro. Ma sarebbe un errore fermarsi al sesto muro e non costruire il settimo, realizzando un’opera che Pesaro vagheggia dagli anni ‘70». Non poteva essere più netta la posizione espressa da Luca Ceriscioli, protagonista ieri del consiglio comunale dedicato alla sanità in cui ha confermato linee e progetti già avviati nel sistema-salute marchigiano. Sul tappeto, l’interrogazione presentata da Silvia D’Emilio del Movimento 5 Stelle, in cui si chiedeva, a proposito del nuovo ospedale di Muraglia, una consultazione preventiva sui progetti di Renco e Icm prima della gara d’appalto e il ritorno ad un dibattito pubblico per discuterne i benefici. Ceriscioli ha chiarito. «L’AZIONE messa in campo della Regione, in linea con il principio del governo giallo-verde secondo il quale la sanità non deve essere ospedale-centrica, va proprio nella direzione di ridurre i posti per acuti a un numero più basso possibile e compatibile con il decreto ministeriale legge 70, andando ad una distribuzione di presidi ospedalieri in bacini di utenza ottimali. Per questo motivo stiamo andando verso percorsi di aggregazione ospedaliera a Fermo, Macerata, Osimo, ad Ancona con il Salesi». E uno dei tasselli di questo disegno avviato in ogni singola Area vasta riguarda anche Marche Nord, al centro di un processo complesso che ora è nella fase di redazione del documento per la valutazione economica. «Essendo materiale che potrebbe entrare nella gara, è del dirigente la volontà di renderlo pubblico, non ci sono termini perentori. Ma – ha assicurato Ceriscioli – completata la procedura entro la metà di novembre, i documenti saranno resi disponibili». QUINDI Ceriscioli ha definito «incomprensibile» l’idea di declassare l’ospedale eliminando lo status di azienda in quanto non in linea con i volumi di attività richiesti a livello ministeriale. «La crescita dil Marche Nord è inequivocabile, su questo non si discute: sono i numeri a dimostrarlo», ha ribattuto il presidente della Regione, snocciolando dati e cifre. All’aumento degli investimenti nell’ultimo triennio, che ha toccato la vetta dei 12 milioni di euro nel 2018, ha corrisposto un aumento delle prestazioni, della loro qualità e una crescita del personale passato dai precedenti 2060 addetti agli attuali 2153, con la previsione che salgano a 2174 nel 2019. Grandi passi avanti sono stati compiuti anche nel governo delle liste di attesa, con le 46 prestazioni prioritarie stabilite dal Ministero che vengono soddisfatte al 90 per cento entro i termini previsti». Ma se il desiderio di declassare le strutture che serpeggia nell’opposizione appare «molto strano», è addirittura «pericoloso» ritenere che la loro separazione possa produrre benefici. «Al contrario – ha detto con veemenza Ceriscioli – tornare a due ospedali di base, uno a Pesaro e l’altro a Fano, avrebbe l’unico effetto di duplicare inutilmente le attività, riducendone l’effetto in termini di qualità delle cure e diminuendo la possibilità di avere le eccellenze». In poche parole: questo ospedale s’ha proprio da fare.