domenica 22 Dicembre 2024
Articoli 2019

Copione rissoso

Il fumettista Makkox, pseudonimo di Marco Dambrosio, nell’ultima “striscia” pubblicata su L’Espresso n. 30 ritrae Di Maio, Salvini e Conte mentre recitano un copione di governo: una recita per far sembrare che “questa alleanza di estrema destra sembri un’equilibrata danza oscillante tra due forze di opposti principi…” Così facendo occupano tutte le posizioni sul palcoscenico interpretando sia la parte della maggioranza sia quella dell’opposizione.

La realtà non è poi così distante dalle vignette di Makkox: è un anno che litigano di continuo, sembrano sempre sull’orlo di una crisi di governo ma poi alla fine si riappacificano e trovano un accordo (sempre spostato a destra).
Nei primi sei mesi, il gabinetto di Conte “ha evidenziato un rimarchevole numero di conflitti: 47, per una media di poco inferiore agli 8 episodi al mese” (Marangoni e Verzichelli, in Politica in Italia – Edizione 2019, Il Mulino). Nel secondo semestre, e durante la corsa alle Europee del 26 maggio scorso, le lotte fratricide si sono moltiplicate.

Come giustamente commenta Massimo Giannini sul quotidiano La Repubblica: “Dal famoso GOVERNO DEL CAMBIAMENTO siamo passati al CAMBIAMENTO DEL GOVERNO, paralizzato da un crescendo penoso di polemiche, proclami e provocazioni”.
Dall’archivio Circap dell’Università di Siena apprendiamo che nei primi sei mesi di vita l’attuale esecutivo ha sfornato solo 14 iniziative legislative, contro le 19 di Gentiloni, le 25 di Renzi, le 21 di Letta, le 32 di Monti, le 40 di Berlusconi e addirittura le 139 del primo governo Prodi.

I dossier fermi a Palazzo Chigi sono tanti: leggi di bilancio, salario minimo, flat tax, Tav, Gronda, riforma del processo penale, conflitto di interessi, condoni fiscali, acqua pubblica, riforma delle province, codice degli appalti, castrazione chimica, cannabis, Alitalia e Ilva.
Tutti fermi per il solito “copione rissoso”: al governo chiacchierano parecchio, litigano spesso e concludono poco… ma a quanto pare sembrano ancora godere dell’approvazione del popolo.