lunedì 9 Settembre 2024
Politica locale

Anche gli infissi ai raggi x Nel mirino due ditte di Barchi

Venti persone indagate oltre a 15 ditte coinvolte, molte chiamate in subappalto, senza che avessero i requisiti per lavorare. Tra loro la ditta costruzioni Montagna srl ma anche la Italian Window distribution di Terre Roveresche, frazione di Barchi e la Global Window services sempre di Barchi di Viola e Alice Vitali, due ditte che hanno ottenuto subappalti per 1.136.223,5 euro pur essendo prive di certificazione Soa, di connesse qualificazione tecniche, del certificato antimafia, nonché dell’iscrizione alla «white list». Ad attestare che tutto era a posto, sarebbero stati il capo della protezione civile David Piccinini, il responsabile Stefano Sefoni e la dirigente Lucia Taffetani. Questa l’ipotesi d’accusa delineata dal pm Irene Bilotta, che ha chiuso le indagini (durate circa un anno e mezzo), inviando il relativo avviso agli indagati a cui vengono contestati a vario titolo i reti di abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata ai danni della Regione. Piccinini, sempre in prima fila nell’emergenza che ha colpito il Centro Italia nel 2016, è arrivata la solidarietà del capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli: «Alle strutture regionali è stato richiesto un impegno enorme, talvolta superiore ai mezzi e alle risorse umane disponibili». Con Piccinini, soggetto attuatore su delega della Regione, sono indagati il presidente del Consorzio Arcale (che aveva avuto l’assegnazione di una quota consistente di Sae da realizzare) Giorgio Gervasi, i dirigenti dell’Erap Stefano Stefoni, responsabile unico del procedimento (Rup), Lucia Taffetani, direttore dell’esecuzione (Dec), oltre ai titolari di varie imprese. Tra le imprese coinvolte il Consorzio Arcale, il consorzio Gips, la Intech, la Item di Napoli, la Tony Costruzioni di Afragola e altre aziende di tutta Italia: ditte di costruzioni, impiantistica, falegnamerie, forniture di infissi e così via. I fatti risalgono al 2017 e si inquadrano nel momento di massima tensione tra i terremotati in attesa delle casette provvisorie, in via di realizzazione. L’inchiesta riguarda una parte delle oltre 1.850 casette ordinate dalla Regione Marche per le popolazioni colpite dal sisma, le cui abitazioni erano state dichiarate inagibili. L’inchiesta è partita da controlli del Gico della Guardia di finanza su eventuali infiltrazioni mafiose. Gli elementi raccolti hanno portato sulla strada di irregolarità di altro genere, tanto che del caso si è occupata la Procura della Repubblica di Ancona, competente perché i mandati di pagamento sono partiti dalla Regione. Ad esempio in un rete di imprese, solo 4 risultano iscritte alla white list e la capofila non sarebbe stata in possesso di certificazione Soa e requisiti di qualificazione tecnica.