mercoledì 23 Ottobre 2024
Disarmo / Nonviolenza

Se vuoi la pace lavora per la pace

E’ questo l’incipit del documento che al
termine dell’anno 2023 i presidenti di Acli,
Azione Cattolica, Comunità papa Giovanni
XXII, Pax Christi e dei Focolari d’Italia
hanno sottoscritto a commento della grave
situazione internazionale che stiamo
vivendo e affinché venga rimesso al centro
del dibattito pubblico il ripudio alla guerra e
alle armi nucleari. Un invito al nostro Paese
a riappropriarsi del ruolo da protagonista
nel promuovere cultura e pace e perché
l’Europa intervenga, in modo deciso e
determinato, nei conflitti che in questi
giorni riempiono le cronache dei mass
media.
Un richiamo già presente nel messaggio in
occasione della 57esima Giornata della
Pace che apre il mese di gennaio 2024
dedicato ad essa. Papa Francesco ci spiega
che spesso l’origine delle tante crisi che ci
affliggono sta nella convinzione dell’uomo
di essere onnipotente che tutto dipenda da
noi, in quello che il Pontefice chiama
“paradigma tecnocratico”. «L’intelligenza
artificiale e i recenti sviluppi tecnologici si
basano sull’idea di un essere umano senza
limiti, le cui capacità e possibilità si
potrebbero estendere all’infinito grazie alla
tecnologia. Così, il paradigma tecnocratico
si nutre mostruosamente di sé stesso». (LD,
21). Questo modo di pensare ci allontana
dal comprendere quanto sia seria la
situazione di questi giorni e può portarci a
vivere ogni potere come una forma di
dominio senza vedere le tante forme di
prevaricazione dell’altro.
Un passaggio ripreso anche dal Presidente
Mattarella nel discorso di fine anno in cui ci
invita a “fare in modo che la rivoluzione
che stiamo vivendo resti umana. Cioè,
iscritta dentro quella tradizione di civiltà
che vede, nella persona – e nella sua dignità
– il pilastro irrinunziabile.”
Tutto ciò non può lasciarci indifferenti e,
oggi più che mai, siamo chiamati a vivere la
pace come una conquista, come risultato
ricercato e voluto. Non possiamo più
limitarci a parlarne ma occorre prendere
posizione in un concreto esercizio di
realismo che ci porti a verificare: quanto la
pace sia presente nelle nostre giornate, a
riconoscere tutti quei conflitti che ci
toccano e che spesso alimentiamo per
abitudine, ad assumerla come “stile” nei
piccoli gesti quotidiani come nei grandi
eventi. Non un pensiero tra gli altri ma il
primo punto della lista, il più urgente.
L’ideale più alto a cui tendere, con
un’azione generosa e convinta che non si
lascia scoraggiare dalle difficoltà che si
presentano sul cammino.