mercoledì 11 Settembre 2024
Immigrazione

Il monito di Panetta: “L’Europa invecchia, serve flusso regolare di migranti”

Il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, chiede un’Europa più unita contro le sfide globali, capace di gestire il flusso di migranti perché la popolazione invecchia e c’è quindi bisogno di offerta aggiuntiva di lavoro, di investire col bilancio comune su temi sensibili quali la transizione digitale e la difesa.

Panetta parla alla lectio magistralis per la laurea honoris causa all’Università Roma Tre, per altro di fronte a grandi “ex” come Draghi e Visco.

Proprio nel solco dell’ex presidente Bce, che sta lavorando al rapporto sulla competitività del Vecchio continente, Panetta sprona l’Europa ad essere “più unita contro le sfide globali”. Per fronteggiarle, spiega il governatore, “la soluzione e rafforzare l’economia europea. Riequilibrando il suo modello di crescita e valorizzando il mercato unico. Rendendola più competitiva. Ponendola all’avanguardia in campo tecnologico ed energetico. Mettendola in grado di difendere la propria sicurezza esterna. Conferendole la forza e l’autorevolezza necessarie per contare nel mondo e contribuire al dialogo e alla cooperazione tra paesi”.

Importante il richiamo al fatto che l’Europa invecchia e nei prossimi anni “si rischia un forte calo dell’offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell’economia europea”, per questo “occorre uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro”. Una questione, sostiene Panetta, che “non può essere affrontata dagli stati membri singolarmente” e serve una “politica di immigrazione comune” per evitare squilibri di “fronte alla pressione asimmetrica” degli arrivi massicci da paesi del Sud del mondo”.

La ricetta economica passa attraverso gli investimenti, ma anche qui la chiave è di agire insieme. L’Unione Europa deve far ripartire gli investimenti pubblici e privati e per sostenere i costi della difesa, della “transizione digitale, dell’immigrazione e la sicurezza energetica” e occorre un programma comune con bond Ue, altrimenti “alcuni paesi potrebbero ritrovarsi con un ammontare di investimenti insufficiente o con un assottigliamento dello spazio fiscale”, spiega Panetta. “I vantaggi di un’azione congiunta vano ben oltre la sfera finanziaria” e “il ricorso al bilancio Ue per finanziare investimenti in beni pubblici comuni europei determinerebbe forti vantaggi per la stessa governance europea”.

Anche perché il numero uno di Palazzo Koch vede il rischio di frammentazione dietro l’angolo. Come nel caso del piano Green Deal della Commissione europeo che non prevedendo risorse comuni sufficienti “avvantaggia i paesi più forti dal punto di vista fiscale e rischia di segmentare il mercato unico, avviando una competizione deteriore al ribasso in cui ciascuno Stato membro mira a offrire incentivi superiori a quelli degli altri”.