Ce l’hanno Durigon
Fate finta di non sapere
niente e immaginate questa
scena. Il sottosegretario
5Stelle all’Economia parla con
Beppe Grillo dell’inchiesta sul figlio
per stupro e gli dice di non
preoccuparsi perché “il generale
che fa le indagini lo abbiamo
messo noi”. Nell’ordine, accadrebbe
questo: telegiornali, giornali
e talksparerebbero la notizia
a reti ed edicole unificate per almeno
tre settimane consecutive;
destre e sinistre invocherebbero
la testa del reprobo e subito il premier
Draghi e il ministro Franco
convocherebbero il sottosegretario
per cacciarlo a pedate dal governo;
Sgarbi, Sallusti, Belpietro,
Giletti e Santoro direbbero che
loro l’avevano detto che le indagini
erano compiacenti; Stampubblica
intimerebbe a Enrico
Letta di rompere ogni dialogo
presente e futuro col M5S; il giornale
di De Benedetti scriverebbe
che è tutta colpa di Conte.
Invece, a dire che “il generale
che fa le indagini l’abbiamo messo
noi”, è stato il sottosegretario
leghista all’Economia Claudio
Durigon, parlando –a quanto pare
– delle indagini sui 49 milioni
di fondi pubblici fatti sparire dal
suo partito, costringendo la Procura
di Milano a ribadire piena fiducia
nei finanzieri che conducono
l’inchiesta. Infatti, intorno al
caso, regna un meraviglioso silenzio.
Solo i 5Stelle e Calenda
chiedono le dimissioni, mentre
l’interessato – invece di spiegare
le sue parole immortalate in una
registrazione dal sito Fanpage –
minaccia fantomatiche “d ie ci
querele” (a chi, visto che ha fatto
tutto da solo?). Salvini tira in ballo
Grillo e i 5Stelle (che non c’en –
trano nulla perché Durigon ha
fatto tutto da solo). E il giornale di
De Benedetti gli va dietro: “I Cinque
stelle attaccano Durigon dopo
le tensioni con la Lega sul video
di Grillo”. Si ripete tale e quale
il giochetto seguìto al video di
Grillo: il Tempo riporta una frase
di Salvini su un “qualcosina” che
gli ha spifferato la sua avvocata e
senatrice Bongiorno sul presunto
stupro di gruppo, la sottosegretaria
M5S Claudia Macina domanda
cosa sia quel “qualcosina”, tutti
chiedono le dimissioni della Macina
anziché di Salvini e della
Bongiorno e la ministra Cartabia
redarguisce la Macina anziché
Salvini e la Bongiorno. Noi ovviamente,
non avendo alcun dubbio
sull ’integrità e la probità di Draghi,
immaginiamo che avremo
presto sue notizie e che intanto il
ministro Franco ritirerà le deleghe
al sottosegretario (la Guardia
di Finanza dipende proprio dal
Mef ).Intanto,giàpregustiamola
prossima puntatona (almeno una)
di Non è l’Arena , il programma
senza macchia e senza paura
di Massimo Giletti. Possibilmente
con una telefonata-trappola a
Durigon organizzata dal consulente
Fabrizio Corona che, per camuffarsi
e incastrarlo meglio, gli
fa l’accento svedese.