sabato 27 Luglio 2024
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Radioattività mortale

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I
convinti sostenitori dell’energia nucleare mai riescono a ribattere
alla domanda “ma come la mettiamo con le scorie nucleari?”.
D’altronde non possono, perché una soluzione non esiste.

Sanno
che l’unico modo per sbarazzarsi delle scorie è stiparle da qualche
parte… magari di nascosto… magari in qualche zona del pianeta
“poco importante”, come può essere il cosiddetto “terzo
mondo”, ma anche il Sud dell’Italia.

E’
il caso ad esempio di Aiello Calabro, in provincia di Cosenza, dove
il tasso di radioattività è più alto del normale. C’è la presenza
di Cesio 137, un isotopo radioattivo che uccide… proprio quello che
aveva rilasciato la centrale di Chernobyl.
Gli
abitanti di Aiello sono convinti che la causa sia dovuta allo
spiaggiamento e affossamento nel 1990 della Jolly Rosso, una delle
tante “navi a perdere”, crocevia di misteri traffici. Stessa
storia della Cunsky, la nave ritrovata pochi giorni fa al largo di
Cetraro, sempre sulla costa tirrenica cosentina.
La
Jolly Rosso probabilmente conteneva diversi fusti radioattivi, con il
risultato che ora la popolazione della zona ha paura, anche perché è
incontrovertibile il dato dell’aumento esponenziale delle morti per
tumore. Qui non si mangia pesce o qualsiasi frutta o verdura
coltivata in questa valle.

Il
giornalista Silvio Messinetti in un reportage su “Il Manifesto”
racconta di questa storia e di come la gente della zona ha
riacquistato fiducia e ha ricominciato a parlare da quando la
magistratura ha ripreso in mano l’indagine:

Raccontano
episodi terribili, di operai che hanno lavorato allo smantellamento
della nave a Campora San Giovanni, di rifiuti interrati nella zona di
Cleto, a dieci chilometri da Aiello, e dei barili della Jolly Rosso
nascosti sul greto dell’Oliva. Nel 1990 la provinciale 153 non c’era.
Da Aiello si poteva scendere al mare da una vecchia e tortuosa strada
sterrata che lambisce il fiume. In pochi la percorrevano e il posto
era pressoché deserto. Abbandonare fusti radioattivi, raccontano i
cittadini di Aiello, raccolti nella piazza principale del paese,
Piazza del Plebiscito, non era difficile. E, soprattutto, rendeva
parecchio. Il costo di mercato per smaltire legalmente i rifiuti
tossici va dai 21 ai 62 centesimi al chilo. I clan, come accertato da
recenti inchieste, forniscono lo stesso servizio a 9 o 10 centesimi.
Un risparmio notevole. ‘Ndrangheta e camorra avvelenano così i loro
posti insabbiando i bidoni. Le particelle radioattive fanno il resto:
alterano l’aria, inquinano le falde acquifere. Ed ammalarsi diventa
tremendamente facile
”.