sabato 27 Luglio 2024
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Trattativa Stato-mafia

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Quello che è successo
venti anni fa in Italia con le stragi di mafia del 1992 e 1993 non si
è ancora capito esattamente. Chi ha compiuto quelle stragi? Chi era
il mandante? Chi ha trattato e chi ha partecipato?

Ci sono molte omertà di
Stato in merito a quei fatti. L’inchiesta sulla trattativa tra Stato
e mafia, che i magistrati di Palermo stanno portando avanti, è alla
ricerca di una verità che sembra ancora lontana, e più ci si
avvicina gradualmente a frammenti di verità più il clima diventa
elettrico come se si toccassero i fili ad alta tensione.

Il Tribunale di Palermo
sta conducendo un’inchiesta per capire chi ha trattato per conto
dello Stato un eventuale accordo con la mafia, che si fondava
principalmente sull’abolizione o attenuazione dell’articolo 41 bis
del codice penale, quello relativo alla custodia particolarmente
severa per i capi mafiosi.

Questa trattativa era
iniziativa subito dopo i fatti del 1992 e 1993, quando la mafia
propose allo Stato l’interruzione delle stragi in cambio proprio
dell’attenuazione dell’articolo 41 bis.
E’ assodato che
l’uccisione di Paolo Borsellino sia stata compiuta perché il
magistrato, che ne era a conoscenza, avversava tale trattativa,
tant’è che stava indagando per mettere sotto inchiesta alcuni capi
dei carabinieri, altri corpi di polizia, servizi segreti e alcuni
uomini dello Stato.

Ora
abbiamo a disposizione le intercettazioni telefoniche
che
rivelano un’attività frenetica di alcuni uomini molto vicini al
Presidente della Repubblica che suggeriscono a imputati come Nicola
Mancino (politico italiano, ex vicepresidente del Consiglio Superiore
della Magistratura, ex ministro dell’Interno e ex presidente del
Senato) come muoversi dalle sabbie mobili di quell’inchiesta.

Non so se c’è stato un
vero e proprio tentativo da parte di qualcuno di scippare l’inchiesta
ai giudici di Palermo. C’è però il sospetto.
A me pare che il
Presidente della Repubblica si sia comportato in maniera lineare,
piuttosto mi sembra che non ci sia stata altrettanta linearità (da
quello che si è letto) da parte dei collaboratori del Presidente
della Repubblica.