Riattribuzione titolo estrattivo anche nelle Marche
Il Mise riattribuisce ad Eni un titolo già scaduto ed applica per la prima volta la norma sulla durata di vita utile del gicimento oggetto del referendum No Triv.
Sul Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse – Anno LX N. 8 – 31 Agosto 2016- è stato pubblicato il DECRETO MINISTERIALE 4 agosto 2016, concernente la Proroga della concessione di coltivazione «A.C 1.AG».
La concessione riguarda un’area che si estende per ben 152,94 kmq. in Mare Adriatico ed accoglie al proprio interno 7 piattaforme, 19 pozzi in produzione e 39 pozzi non eroganti.
Il titolo era scaduto il 14/9/2015 dopo aver beneficiato di una duplice proroga.
Applicando una norma illegittima (Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179, art. 34, comma 19), il MISE ha consentito che Eni continuasse le attività estrattive anche dopo la scadenza e con questo nuovo decreto ha attribuito il titolo (scaduto) nuovamente all’Eni per la durata di 5 anni.
Non di proroga bisognerebbe parlare ma di riattribuzione -illegittima- del titolo al medesimo operatore.
Inoltre, con l’emanazione del decreto 4 agosto 2016, il MISE ha applicato per la prima volta la norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016 ed oggetto del Referendum abrogativo del 17 aprile, sulla “durata di vita utile del giacimento” riguardante le attività estrattive in corso entro il limite delle 12 miglia marine.
Oggi sono ben 60 le concessioni ad estrarre sia in mare (15) sia in terraferma (45), che il MISE continua a considerare vigenti ma in realtà mancanti di titolo autorizzativo o con titolo inidoneo. Erano 61 prima della riattribuzione della concessione «A.C 1.AG».
Le aree interessate dalle attività estrattive ricadono in 11 diverse regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio (per via della famosa “Strangolagalli”), Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria) ed in 31 province (Milano, Bergamo, Lodi, Cremona, Pavia, Cremona, Venezia, Rovigo, Ferrara, Ravenna, Rimini, Bologna, Modena, Parma, Piacenza, Firenze, Pesaro Urbino, Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, Frosinone, Teramo, Pescara, Chieti, Campobasso, Foggia, Potenza, Matera, Cosenza e Crotone).
A breve il Coordinamento Nazionale No Triv si farà promotore di una serie di ricorsi per porre fine all’applicazione di una norma chiaramente illegittima e che ha consentito per anni di estrarre in mare ed in terraferma anche in assenza di autorizzazione.
Roma, 13 settembre 2016
Coordinamento Nazionale No Triv
Vigilare
Un grazie a tutti coloro che continuano a vigilare anche su questa vicenda