sabato 27 Luglio 2024
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Consiglio comunale straordinario del 27 ottobre 2012

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Per la prima volta nella
storia del mandato 2008 – 2013 è stato convocato un consiglio
comunale straordinario e aperto per le ore 9.30 di sabato 27 ottobre.
Fuoritempo, come altre associazioni di Mondavio, ha addirittura
ricevuto un invito formale da parte del sindaco: potrebbe mai mancare
la nostra presenza e, soprattutto, il nostro resoconto? Certo che no.

L’ordine del giorno
prevede tre soli punti, che sono rispettivamente le comunicazioni del
sindaco sulla situazione economica del territorio, il conferimento
del riconoscimento al comune di Mondavio del club “I borghi più
belli d’Italia” e l’intervento di Sua Eccellenza il prefetto di
Pesaro e Urbino Attilio Visconti.

Prevedendo che per
l’occasione gli intervenuti saranno più del solito e avendo saputo
che saranno presenti anche gli alunni delle terze classi della locale
scuola secondaria, cerco di arrivare con un discreto anticipo e noto
subito che piazza Matteotti è sgombra di automobili ma non certo di
forze armate, variamente assortite tra carabinieri, poliziotti
municipali e chissà quali altri; non manca nemmeno la Cma
Antincendio, con i suoi volontari in tuta rossa. Nella sala
municipale, alle ore 9.15, sono presenti solamente Talè in fascia
tricolore e l’ex sindaco di Corinaldo Scattolini che parlano tra di
loro. Vista l’importanza di questo consiglio, la sala è stata
abbellita, togliendo i tavoli laterali dei consiglieri e addobbando
quello centrale con ciclamini bianchi e fasce dai patriottici colori.

Nei minuti precedenti
l’inizio cominciano ad entrare in sala sia alcuni consiglieri (quasi
tutti in elegante giacca e cravatta) sia diverse persone, tra cui
riconosco il viceprefetto Angeloni, la dirigente scolastica
dell’istituto comprensivo, il presidente della Pro Loco, il
presidente dell’Associazione combattenti e reduci, il presidente
dell’Alluflon accompagnato dalla consorte, il parroco di Mondavio e
la moglie del sindaco con i due figli piccoli. Nel frattempo una
solerte Laura Servadio mi fa alzare dalla mia consueta, ancorché
scomodissima, postazione nello scranno in fondo alla sala perché “lì
ci devono andare le scolaresche”. Scolaresche che arrivano puntuali
alle 9.30, mentre il prefetto fa il suo ingresso poco dopo, alle
9.35, accompagnato da un folto gruppo di rappresentanti delle forze
dell’ordine. La sala è ormai gremita, tanto che si cercano sedie
aggiuntive per accontentare i numerosi intervenuti; quanto ai nostri
rappresentanti municipali, nonostante non si proceda all’appello si
può constatare l’assenza dei consiglieri di maggioranza Serfilippi,
Carbonari e Casini, mentre la minoranza è al completo.

Talè dà inizio al
consiglio alle 9.37, ringraziando per prima cosa Sua Eccellenza che
ci onora della sua presenza, poi ringraziando le autorità civili,
militari e religiose in sala, in particolare il vicepresidente del
club de “I borghi più belli d’Italia” Livio Scattolini, la
dirigente scolastica Landini, i ragazzi della terza media, i
rappresentanti delle associazioni locali e i cittadini. Il sindaco
spiega che questo consiglio comunale aperto, il primo dell’attuale
legislatura ormai quasi giunta a scadenza, è nato dopo vari incontri
con la prefettura, con la quale si è deciso di convocare
un’assemblea per avere un confronto sulla situazione economica,
approfittando della consegna dell’ambito riconoscimento. Il primo
cittadino prosegue ricordando che i comuni sono in prima linea nelle
difficoltà, lui e i suoi colleghi ascoltano tutti i giorni uomini e
donne che hanno problemi di lavoro e sono preoccupati per il proprio
futuro. Talè afferma di non nascondere la propria impotenza, sia
come sindaco sia come padre, dato che da un lato cresce la domanda di
aiuto e dall’altro calano le risorse per farvi fronte. Anche nel
nostro territorio le ditte hanno dovuto chiudere, come un cantiere
che rappresentava un futuro sicuro per 250 persone. L’unica grande
azienda, che “non finiremo mai di ringraziare” è l’Alluflon: un
grazie viene rivolto al suo presidente Montagna (applausi dal
pubblico).

Il sindaco prosegue
ricordando che a tante imprese va riconosciuto di non aver scelto la
delocalizzazione e si augura che anche in quei paesi dove si sono
rivolte le ditte il costo del lavoro aumenti. L’incertezza economica,
oltre a costringere i genitori a dover sostenere i figli adulti in
aggiunta ai sacrifici fatti per loro durante tutta una vita, si
ripercuote sulla sicurezza dei cittadini: proprio nella scorsa estate
il primo cittadino si è rivolto al prefetto per i numerosi furti
avvenuti nonostante il pattugliamento dei carabinieri. Al riguardo
Talè non nega di aver avuto paura delle reazioni di cittadini in
possesso di armi. Servono soluzioni: una politica credibile, una
classe politica sobria che restituisca il rispetto delle istituzioni,
una politica industriale per il Paese, un patto tra le aziende e i
lavoratori e infine un pizzico di amore e di orgoglio per la nostra
nazione dalla quale non traiamo le qualità che ci offre: come cita
il sindaco, “i cinesi non potranno imitarci il Colosseo… o la
Rocca Roveresca”. Il primo cittadino sostiene che questo affetto,
che oggi viene premiato, Mondavio lo abbia già dimostrato, sia da
parte dei cittadini, sia dell’attuale amministrazione e anche dai
suoi predecessori. Talè desidera ringraziare l’ex collega Livio
Scattolini, che ha perorato personalmente la causa di Mondavio in
qualità di vicepresidente del club, entrando nel quale il nostro
comune potrà permettersi di aprire nuovi canali, sia in termini di
pubblicità che di turismo. Il sindaco conclude dicendosi convinto
del fatto che se chi siede in alto prendesse esempio dalle piccole
realtà l’Italia riacquisterebbe fiducia: applausi dal pubblico.
Mentre sta per cedere la parola a Scattolini, il prefetto lo
interrompe neanche tanto gentilmente e prende la parola, affermando
di trovarsi lì per parlare dello stato di sicurezza e ascoltare la
gente, precisando che lui è “lì per lavoro e non per una
cerimonia” e che “Scattolini avrà tutto il suo tempo” per
parlare dopo. Il brusco intervento di Sua Eccellenza, a mio avviso e
a quello di parecchie persone con le quali mi sono confrontata
successivamente, è apparso poco garbato e anche leggermente
irrispettoso nei confronti del nostro sindaco, tanto più che la
fretta del signor Visconti non era motivata dall’urgenza di altri
impegni, visto che si è intrattenuto per quasi mezz’ora dopo la fine
del consiglio. Ma proseguiamo. Il sindaco cede la parola al
capogruppo Attilio Rotatori, che come rappresentante della minoranza
ringrazia per l’attenzione ai temi importanti e ricorda che la nostra
era un’isola felice. Oggi dobbiamo constatare la perdita di coesione
sociale, dovuta alla presenza di comunità non perfettamente
integrate nel tessuto, e la perdita di autorità e autorevolezza
delle istituzioni. Da par suo la minoranza ha dato esempio di
rispetto, evitando le polemiche e votando in consiglio senza
preconcetti: Rotatori rivendica come merito personale e del gruppo di
minoranza la non litigiosità che ha contraddistinto il proprio
operato. Il capogruppo continua sostenendo che il desiderio di
coesione è premessa per la ripresa: a fronte di un Pil che cala da
anni, così come gli investimenti, la bilancia commerciale è
positiva, grazie allo sforzo delle piccole imprese che hanno bisogno
della finanza e delle competenze per poter internazionalizzarsi,
sforzo che dovrebbe essere sostenuto dalle istituzioni.Il prefetto lo incalza chiedendo al capogruppo di spiegarsi, Rotatori
ribatte con l’esempio della fiera di Hannover alla quale ha
partecipato.

Talè riprende la parola e
ringrazia la minoranza perché con essa si è fatto un consiglio
pacifico, poi cede il microfono a Dino Falcinelli, presente per
l’occasione nella doppia veste di consigliere e di vicepresidente
della Banca Suasa. Falcinelli afferma di essere consapevole del ruolo
delle banche e crede di poter dire che il suo istituto ha fatto il
proprio ruolo, nonostante non possa negare che nell’attuale
situazione è comunque difficile per tutti e che le banche sono
sottoposte a regole stringenti. Il consigliere assicura che
continueranno ad essere vicini a chi glielo chiederà e che se
confrontiamo i dati della nostra zona non si può dire che sia
un’isola felice, ma in ogni caso gli altri non stanno meglio di noi.
Falcinelli conclude il suo intervento ricordando l’importanza
dell’agricoltura, un settore fondamentale per poter ripartire. Vista
la sua innegabile latitanza agli ultimi consigli, speriamo che il
doppio sforzo sostenuto da Falcinelli in questa sede non pregiudichi
la possibilità di rivederlo nuovamente da qui alla fine del mandato
nella primavera prossima.

Il prefetto riprende la
parola e replica che sinora ha ascoltato la parte politica, lui non è
un politico ma un tecnico e pur apprezzando “questi discorsi”,
come rappresentante del governo, vuol sapere che cosa ci si aspetta
da esso, anche in tema di “safety”. Di tutto il resto lui “si
compiace”, però la sua volontà è di conoscere il territorio, per
cui prega i presenti di dirgli le cose “come stanno”.

È quindi la volta della
professoressa Landini, dirigente dell’istituto comprensivo Giò
Pomodoro, che si appressa al tavolo degli ospiti accompagnata da
quattro alunni, che vengono subito richiamati dal prefetto perché
danno le spalle a qualche consigliere e invece le “formalità vanno
rispettate”, rispetto al quale però nessun altro verrà
richiamato. La dirigente porge i saluti da parte dell’istituto e
offre in dono una pergamena, che da un lato ricorda come, nonostante
la rete, siamo tutti “figli di Gutemberg”, dall’altro è un
omaggio ad un artista locale che ha illustrato una frase di Alda
Merini. La professoressa Landini evidenzia di aver portato al
consiglio i ragazzi perché questa per loro è la prima occasione di
“agorà” e sottolinea il ruolo della scuola per la creazione di
una cultura di civiltà e di legalità. Ringraziando
l’amministrazione comunale per il sostegno alle attività formative e
la collaborazione di Provincia e carabinieri, la dirigente ricorda
che la scuola, in tema di prevenzione, ha avviato il progetto
“Navigare sicuri”, cosa che fa esclamare al prefetto “finalmente
una bella notizia!”. La parola passa ai ragazzi, il primo dei quali
domanda al prefetto se si è ben inserito nella nostra provincia: Sua
Eccellenza risponde affermativamente, ricordando di essere stato in
precedenza a Torino, Brescia, Lucca e Roma e ammettendo che qui, dove
la sua esperienza dura da due anni, ha trovato una realtà concreta,
fattiva e collaborativa come “piace a me”. Il secondo ragazzo gli
chiede quali sono i problemi più frequenti, Visconti replica che
attualmente le difficoltà sono legate al mondo del lavoro e che
l’attività che lui sta svolgendo è in sinergia con il presidente
della Provincia, con il quale si incontra periodicamente. Un altro
problema è rappresentato dal fatto che il territorio è appetibile e
attira i ladri, fenomeno da tenere sotto controllo; i problemi
comunque sono tanti e il compito del prefetto è a 360 gradi. Altra
domanda che viene rivolta a Visconti riguarda il suo ruolo e le sue
funzioni, Sua Eccellenza replica che la sua visione personale è che
il prefetto abbia il compito di essere l’ambasciatore del governo,
anche in merito alla sicurezza. A questo proposito Visconti afferma
di ritenere la sicurezza un tema che deve coinvolgere tutti i
cittadini e che va creato uno spirito di volontariato. I cittadini
dicono “io pago le tasse” e demandano la sicurezza alla polizia,
che soddisfa tale richiesta con la prevenzione e la repressione,
nonostante le quali però i furti continuano: manca un collegamento,
costituito dal volontariato della sicurezza. A Mondavio, per esempio,
va rafforzato il contatto con l’Arma e la Polizia per parlare di cosa
accade, inoltre bisogna pretendere che nei programmi politici ci sia
la sicurezza, perché il cittadino vi deve essere partecipe. Occorre
cominciare a pensare di tutelare la sicurezza delle proprie case: e
qui il prefetto afferma di aver notato, arrivando nel nostro comune,
che nessuna casa ha le sbarre alle finestre e che quindi dobbiamo
cominciare a “rinunciare alla settimana bianca” per la quale
facciamo sacrifici mangiando “pane e cipolla” tutto l’anno: che
per una volta si rinunci quindi a “montare il portasci sulla
macchina” e si mettano invece le sbarre alle finestre. Tale uscita
del prefetto sembra però stridere un po’ con la realtà del nostro
comune, in cui già un paio di anni fa il sindaco affermava di
ricevere nel suo ufficio gente con problemi di terza (nemmeno più
quarta) settimana. Ma andiamo avanti.

Il quarto e ultimo alunno
chiede al prefetto se abbia mai richiesto l’intervento della forza
pubblica in una manifestazione, Visconti replica ricordando di
provenire da zone in cui c’erano contestazioni da parte di persone
che manifestavano a volte non democraticamente. A differenza del
passato trascorso a Brescia, dove è forte anche la realtà dei
“famosi, o famigerati, centri sociali”, qui le forze negli ultimi
due anni sono state chiamate ma limitando la loro opera alla
prevenzione e al controllo.

A questo punto Talè
chiede se ci siano altri interventi: si fa avanti il presidente
dell’Alluflon Michele Montagna, il quale per prima cosa chiede, e si
chiede, che cosa può fare un’azienda. La risposta se la dà
affermando che ciò che si può fare è a livello delle persone: non
si può fare qualità se le persone, i dipendenti, non sono sereni.
La serenità proviene da un territorio “ricco” da questo punto di
vista: a tal proposito cita un esempio riguardante la sua azienda,
dove qualche tempo fa i dipendenti si erano avvicendati nella cassa
integrazione compatibilmente alla trebbiatura dei loro campi. Tutto
ciò è successo perché “siamo abituati” a fare così, dobbiamo
“essere uomini prima ancora che cittadini”: ed è grazie a questo
che l’Alluflon è diventata grande, tanto da aver recentemente
acquisito un’azienda tedesca. Montagna afferma che, in qualità di
imprenditore, ha osservato la situazione e ha cambiato strategia a
causa della crisi e se è vero che la fortuna aiuta gli audaci,
dall’altra lato la sua azienda ha raddoppiato il fatturato: bisogna
smettere di dare tutta la colpa alla crisi.

Il prefetto, che conferma
di conoscere e di essere amico di Montagna, gli chiede se pensa che
tale schema mentale (la crisi come opportunità di cambiamento) possa
essere applicato alla famiglia. Per l’imprenditore è semplice, e lo
conferma l’esperienza della scuola di lingue che hanno aperto a New
York. L’atteggiamento giusto proviene dalla famiglia, che deve
insegnare e abituare i propri figli. Montagna è d’accordo sul fatto
che la sicurezza nasca dall’ambiente, ricordando ad esempio come una
volta i bambini fossero controllati anche da chi non ne era genitore.
Il prefetto chiosa ribadendo che la cultura della legalità deve
nascere negli asili e che le infiltrazioni malavitose sono rese più
difficili dove c’è la predisposizione ad assecondare “questo Dna”.

A questo punto la parola
passa al consigliere di minoranza Olivieri, il quale afferma che il
problema della sicurezza da noi è di entità minore rispetto ad
altri territori, ma rimane pur sempre importante per una realtà come
la nostra, nella quale eravamo abituati a lasciare la chiave sulla
porta di casa, eventualità che il prefetto stigmatizza come “reato
di favoreggiamento al furto”. Il consigliere prosegue affermando
che l’invito del prefetto è doveroso, ma che siamo rimasti
disorientati dalla recente ondata di furti, che si pensa non siano
riconducibili alla microcriminalità locale ma a gente venuta da
fuori. Olivieri chiede quindi a Visconti quale interpretazione dia a
questi fenomeni, di fronte ai quali sembra ci sia impotenza da parte
delle forze dell’ordine, a causa di un’interpretazione diversa o
dell’elusione della legge. Il prefetto ricorda la figura “del
grande colonnello Donnarumma”, seduto al suo fianco, e ci
tiene a sottolineare che le forze di polizia sono a completa
disposizione dei cittadini, un’opportunità che a volte non viene
sfruttata al 100% ma solo in maniera tradizionale. A tal proposito
Sua Eccellenza porta un esempio: da analisi è emerso che i furti a
Mondavio si sono verificati a ridosso di “fiere mercato” (così
definisce la rievocazione storica di metà agosto) e ciò sta a
significare che quando si organizzano queste manifestazioni si creano
occasioni per permettere a malintenzionati di studiare il territorio,
verificare chi è “il più ricco dopo Montagna” (risate), se ci
sono sbarre alle finestre, eccetera. Prima di rilasciare le
autorizzazioni per le bancarelle il sindaco dovrebbe interpellare le
forze dell’ordine sulle persone che ne fanno richiesta. Concludendo,
a detta del prefetto la collaborazione si deve giocare con nuovi
schemi. La parola passa quindi al già citato colonnello Donnarumma,
che dopo i ringraziamenti al sindaco che ha registrato l’allarme,
ricorda che oggi si è osservato un cambiamento nella tipologia dei
reati predatori: quello che il colonnello chiede ai presenti è di
comprendere quanto sia importante quel “tessuto”, la capacità di
saper guardare e controllare, per impedire che il ladro venga a
turbare quella serenità di intenti ricordata in precedenza da
Montagna. “Noi” dobbiamo avere paura di chi, in tempi come
questi, ha del tempo da perdere a guardare le case degli altri,
affermando di sintetizzare con questa affermazione il pensiero di un
capo della polizia finlandese. Bisogna valorizzare quel senso di non
omertà e fare squadra insieme, perché ciò non significa “farsi
gli affari degli altri”. Non può anticipare di più perché c’è
un’operazione ancora in corso, ma nelle ore successive “avremo la
soddisfazione di vedere associati alle patrie galere” alcuni
soggetti. Il colonnello conclude il suo intervento ricordando che
oggi, se vediamo un carabiniere solo in auto, è perché si è deciso
di aumentare i controlli, anche se ciò può comportare maggiori
rischi per il carabiniere stesso: se c’è una piccola cessione in
termini di libertà, si tratta comunque di qualcosa che possiamo
accettare. Applausi anche per il colonnello, mentre il primo
cittadino lo ringrazia perché i cittadini vanno rassicurati ma anche
istruiti. Talè desidera spezzare inoltre una lancia a favore dei
carabinieri e del maresciallo Castigliego, sempre vicini al comune,
per poi cedere la parola all’ex consigliera Sonia Battistini.
Quest’ultima annuncia con evidente soddisfazione che l’Ambito
Territoriale Sociale n. 6, di cui è coordinatrice tecnica, ha
partecipato a due bandi e a breve arriveranno i finanziamenti per le
telecamere, notizia che i presenti accolgono con un applauso. Grazie
ai progetti della Regione è stato possibile incrementare
l’attenzione rivolta alla scuola e alla prevenzione del disagio. Il
prefetto la interrompe invitando a rivolgere diversamente
l’entusiasmo quando arrivano i soldi per le telecamere: è meglio
averne una sola ma preparare il territorio, perché i cablaggi
costano tanto. Per Visconti l’importante è predisporre il
territorio, per le telecamere si può cercare uno sponsor,
sottintendendo l’Alluflon (risatine). Battistini riprende la parola
per ricordare che il progetto riguarda diversi comuni, ma ad
un’ulteriore interruzione da parte di Sua Eccellenza taglia corto e
torna tra il pubblico. Talè sollecita altri interventi dalla platea,
che non arrivano, quindi passa il microfono a Livio Scattolini.
Costui, dopo i saluti di rito, afferma di non voler passare subito al
punto successivo ma di continuare quanto detto finora, precisando che
lui non è un rappresentante calato dall’alto. Nei discorsi fatti
finora ha individuato tre concetti: il prodotto da offrire relativo
al riconoscimento da consegnare (Mondavio ha il suo, il turismo), la
crisi come pericolo e opportunità di fronte alla quale gli
imprenditori hanno capito bene cosa fare, il presidio del territorio
in merito al quale dobbiamo imparare ancora dall’estero, dove la cosa
pubblica è davvero “di tutti”. Quanto all’entrata tra “I
borghi più belli d’Italia”, non si tratta di un punto di arrivo ma
di partenza. Il club, ricorda Scattolini, è nato nel 2001 grazie
alla spinta di alcuni sindaci e ad oggi sono 211 i comuni
certificati, a fronte di una lista di attesa di circa 500 domande. Il
numero degli ammessi viene tenuto basso per tenere alta la qualità e
l’eccellenza: nel triennio Istat 2009 – 2011, nei 211 comuni che
rappresentano circa 700.000 abitanti, c’è stato un +10% dei
pernottamenti medi contro una media nazionale del 2%. In totale sono
stati 10 milioni i pernottamenti, per una cifra di 900 milioni di
euro. Scattolini riconosce che il merito dell’entrata nel club non è
suo ma del comune stesso, del suo consiglio e dei certificatori; su
75 parametri esaminati Mondavio ha ottenuto un punteggio di 85 su
100, quando il minimo per essere ammessi è 75. L’auspicio che il
vicepresidente del club rivolge è che questo riconoscimento venga
condiviso con esercenti e cittadini. Concludendo, Scattolini annuncia
che i sindaci di Mondavio e Corinaldo hanno chiesto al direttivo
nazionale di poter ospitare l’assemblea nazionale del club nel 2015,
eventualità che potrebbe rappresentare un’occasione straordinaria
per il territorio: applausi anche per lui.

Talè ringrazia l’ex
collega che si è rivelato una pedina importante per ottenere
finalmente il riconoscimento, che arriva dopo la bandiera arancione e
quella verde. Il primo cittadino decide quindi di tagliare corto
perché “a mezzogiorno c’è un matrimonio” e quindi si passa alla
consegna, per mano del prefetto, della pergamena, della bandiera e
del distintivo del club. Da par suo Scattolini consegna a Sua
Eccellenza la guida dei borghi, Talè invece annuncia che per
l’occasione è stata coniata una medaglia con l’immagine della Rocca
stilizzata su un lato e la dicitura del club sull’altro,
consegnandone una a Visconti e una a Scattolini. Le ultime battute di
questo consiglio straordinario sono riservate al prefetto, che
ringrazia i cittadini che sono intervenuti, per i quali si lavora in
spirito di servizio, e a Talè, che ringrazia il prefetto per la
presenza e la “pragmaticità” mostrata nel visitare i comuni, il
vicepresidente del club, la dirigente scolastica, tutte le forze di
polizia presenti, le attività commerciali, Montagna e i cittadini
intervenuti. Dopo una battuta del prefetto (“e ora per punizione il
matrimonio!”) la seduta viene sciolta alle ore 11.18.

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