Non solo brutte notizie
Un emendamento alla Legge
di Stabilità partito dall’on. Giulio Marcon (Sinistra e Libertà),
fatto proprio dal Governo e approvato in questi giorni in Commissione
Bilancio della Camera istituisce i Corpi civili di pace, volontari
nelle aree di conflitto.
Nove milioni di euro, tre
per ogni anno, per il triennio 2014-2016 per “l’istituzione di
un contingente di corpi civili di pace, destinati alla formazione e
alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da
impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o
a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale”.
Per l’on. Marcon, che si
è battuto anche per far stanziare 10 milioni aggiuntivi per la
cooperazione e 50 milioni per il diritto allo studio, l’approvazione
dell’emendamento è un fatto importante, “Un piccolo ma
significativo passo avanti, anche se all’interno di una legge di
stabilità confusionaria e contraddittoria. Essendo un emendamento
del Governo, la sua approvazione finale dovrebbe essere certa al
100%, inoltre saranno fondi aggiuntivi a quanto già stanziato per il
servizio civile nazionale”.
Una buona notizia anche
per l’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”. E’ Nicola
Lapenta, Responsabile servizio civile dell’Associazione creata da don
Oreste Benzi che commenta: “L’istituzione dei Corpi civili di
pace è un fatto storico. Per la prima volta in Italia infatti viene
previsto un istituto più volte teorizzato da studiosi, come Antonio
Papisca dell’Università di Padova, e dai movimenti pacifisti e
nonviolenti, ma che non aveva mai trovato attuazione concreta. Con
questo emendamento si dà finalmente voce alle esperienze concrete in
questo campo della società civile e non per forza legate al servizio
civile. Penso ad esempio al progetto ‘Operazione Colomba’, oppure
al Tavolo Interventi Civili di Pace – ICP e alla stessa rete
‘Caschi Bianchi’. Mi aspetto ora che una volta approvata in via
definitiva la Legge di Stabilità, si dia concreta attuazione a
questo articolo partendo con un confronto ampio fra le varie realtà
esperte su questo argomento. Occorre però che si cerchi insieme una
‘strategia al rialzo’, nel senso che ognuno deve lavorare tenere
conto delle propria sensibilità ma anche sostenere quelle degli
altri”.
Soddisfazione anche da
Luciano Benini esponente di spicco del Movimento Internazionale della
Riconciliazione: “Se penso che cominciammo noi del MIR a parlare
in Italia di Difesa Popolare Nonviolenta a metà degli anni ’70, che
all’inizio degli anni ’80 lanciammo la campagna di obiezione fiscale
alle spese militari finalizzata all’ottenimento della Difesa Popolare
Nonviolenta o Corpi Civili di pace (poi inseriti all’art. 8 della
legge di riforma dell’Obiezione di coscienza ma mai attuata), che
Alex Langer riuscì a far approvare negli anni ’90 una risoluzione al
parlamento europeo per avviare i Corpi Civili di pace europeo,
risoluzione rimasta lettera morta, questa approvazione, se riusciremo
a renderla operativa, può essere una svolta mondiale nella questione
della guerra e della pace”.
L’Italia ha una grande
tradizione di cooperazione internazionale che negli ultimi anni
(escluso l’anno 2006 e 2007) è stata sistematicamente indebolita.
L’Italia deve ritornare a essere “importante nello scacchiere”
internazionale con la sua capacità di far dialogare le fazioni in
conflitto e trovare le soluzioni per un “cessate il fuoco” e
successivamente per una “pace duratura”.
A mio avviso l’istituzione
dei Corpi civili di pace può rappresentare un punto di svolta
importante per riportare lustro alla parola Nonviolenza.