Pd: Game over
Facciamo un po’ di
memoria: il Senato della Repubblica, dopo una sentenza passata in
giudicato, ha votato per l’interdizione politica di Silvio
Berlusconi. A tale voto si erano espressi favorevolmente anche i
parlamentari del Partito Democratico.
Lo
stesso Renzi sembrava aver decretato la fine politica di Berlusconi.
Dopo la sentenza della Cassazione il nuovo segretario
del Partito Democratico aveva dichiarato compiaciuto: “per
Berlusconi la partita è finita, game over”.
Ma
per i politici la coerenza non è più una virtù e il giovane
Renzi contraddice clamorosamente la propria
lapidaria battuta ricevendo il leader di Forza Italia addirittura
nella sede del Partito Democratico. Un atto di arroganza
verso il suo stesso partito, ma non una novità, basti ricordare i
rapporti che Berlusconi strinse con D’Alema e con Veltroni.
Renzi ha ragione quando
sostiene che le regole (in questo caso la legge elettorale) vanno
stabilite possibilmente con tutti. E’ corretto quindi che il
segretario del Partito Democratico cerchi una discussione anche con
Forza Italia, ma quel colloquio personale con Berlusconi a mio avviso
non andava fatto, è un errore politico. Nelle riforme andrebbe
invece coinvolta Forza Italia con i propri capigruppo.
Alla luce dell’avvenuto
colloquio privato è veramente difficile capire perché i
parlamentari del Partito Democratico abbiano prima votato
l’interdizione politica di Berlusconi e ora lo “riabilitino” (per
la terza volta!) come fosse un padre costituente.
Da ultimo, non può
sfuggire la constatazione espressa dallo stesso Renzi nella breve
conferenza stampa che il segretario del Partito Democratico ha tenuto
a fine incontro: “C’è una profonda sintonia tra le proposte del
Pd e quelle che abbiamo discusso oggi con Berlusconi…”
Parole sulle quali il
mondo della satira non mancherà certo di ricamare sopra di tutto e
di più.
In questo momento non
vorrei proprio essere nei panni dei tanti militanti (onesti e
sinceri) del Partito Democratico.