Via libera alle attività di ricerca di gas e petrolio nell’Adriatico
Via libera alle attività di ricerca di gas e petrolio nell’Adriatico. Cinque le Regioni interessate: Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia.
Il Tar Lazio ha bocciato ieri il ricorso presentato dalla Provincia di Teramo, da sette Comuni della Costa teramana e da due Comuni marchigiani contro il decreto VIA rilasciato in favore della Spectrum Geo, che ha chiesto di poter effettuare attività di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nell’Adriatico per 30.000 kmq.
Una sentenza che, dal punto di vista giuridico, non sta né in cielo né in terra (né – è proprio il caso di dirlo – in mare!).
Si spera che i ricorrenti vogliano proporre immediato ricorso in appello al Consiglio di Stato.
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Commento del prof. Enzo Di Salvatore (Coordinamento No Triv)
“Si tratta di una sentenza che non convince. I ricorrenti avevano denunciato il fatto che il provvedimento VIA riguardasse aree poste entro le 12 miglia marine, che gli enti locali non fossero stati coinvolti, che non fosse stata effettuata la VAS e che la richiesta di rilascio del permesso, cui è relativo il decreto VIA, concerna due aree di ben 30.000 kmq, quando la legge impone che non siano rilasciati permessi di ricerca per aree superiori a 750 kmq. Si tratta di un divieto che non può che riguardare anche le attività di prospezione. Sul punto, il TAR ritiene che questo divieto sia da collegare al minore o maggiore impatto delle attività di ricerca, e cioè che debba valere per la ricerca con il pozzo esplorativo, ma non anche per la ricerca che venisse effettuata con tecniche diverse dal pozzo esplorativo. A parte il fatto che il legislatore – se lo avesse voluto – avrebbe potuto limitare il divieto di ricerca unicamente all’utilizzo del pozzo esplorativo (cosa che, invece, non ha fatto), osservo che il ragionamento del TAR è contraddittorio: se la ratio del divieto fosse quella di contenere gli impatti particolarmente invasivi di una data tecnica di ricerca, il divieto dovrebbe riguardare a maggior ragione (se non esclusivamente) le attività di prospezione, in quanto anche un bambino capisce che riferire 750 kmq alla costruzione di uno o più pozzi esplorativi per limitarne gli impatti non avrebbe alcun senso”.