La profezia di Confindustria
Esattamente un anno fa il Centro studi di Confindustria ammoniva gli italiani sostenendo che in caso di bocciatura del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre, il pil italiano sarebbe crollato a -0,7% nel 2017 e -1,2% nel 2018, creando inoltre più disoccupazione e povertà.
Dopo il primo dietrofront, registrato il 14 dicembre, ora “magicamente” le previsioni migliorano ancora. Gli analisti di Confindustria hanno rivisto e ribaltato le previsioni sul pil: “la dinamica degli investimenti prosegue a un passo solido, i consumi delle famiglie salgono e alla fine del biennio gli occupati torneranno sopra il livello pre-crisi“.
Ora verrebbe da chiedersi: come fanno questi analisti a sbagliare in maniera così grossolana?
L’errore, come in questo caso, è dovuto alla difficoltà oggettiva di fare previsioni (se sì, allora perché continuano a farle?) oppure è un errore “ricercato”?
Spiego meglio il secondo concetto: due premi Nobel per l’economia, George J. Akerlof e Robert J. Shiller, hanno scritto un libro sull’Economia della manipolazione e dell’inganno.
Il termine è qui usato nel senso di tecnica per manipolare le informazioni in modo da indurre determinati comportamenti. Questa narrazione è la nuova variabile dell’economia, che spiega come mai la gente tenda a prendere decisioni in base a informazioni “alterate”.
Come in un teatro dove gli illusionisti, moltiplicando i trucchi, le chiacchiere e le menzogne, ottengono ancora più effetto su un pubblico che non brama altro che di essere ingannato.
Fortuntamente il 4 dicembre ciò non è accaduto… ma non si può escludere che in futuro non possa succedere di nuovo.