Nave Diciotti

Il governo italiano ha ragione a pretendere il coinvolgimento dell’Europa, ma nulla può giustificare il divieto di salvare le donne e gli uomini che in mare implorano uno “strappo” sino a terra, uno “strappo” che vale le loro vite. Né, una volta salvati, li si può sequestrare, loro e la nave che li ha presi a bordo. Dunque il magistrato era salito per accertarsi che quelle 177 persone non fossero prigioniere e che quella nave non fosse diventata una galera fuori legge. La nave militare infatti era già in Italia, un Paese dove esiste il reato di sequestro di persona.

Mi piacerebbe ricordare a Lega e Movimento 5 Stelle (che tanto difendevano la Costituzione nel 2016) che l’articolo 13 della nostra Carta dice che la libertà personale può essere limitata solo nei casi previsti dalla legge e con atto motivato dell’autorità giudiziaria. La nave militare è territorio italiano a tutti gli effetti. Il divieto di lasciare la nave, che è territorio italiano, è un ostacolo all’esercizio della libertà personale di queste persone. Qui non si tratta di limitare l’ingresso in Italia perché quei migranti sono già nel nostro Paese dal momento in cui sono saliti a bordo.
La limitazione della libertà personale può essere disposta solo qualora ci sia una legge che la autorizza e ci sia un magistrato che la applica. L’unico provvedimento potrebbe essere un’espulsione immediata, se ve ne sono gli estremi e se ciò non è in contrasto con le norme internazionali sul diritto di asilo.

L’Italia è ancora uno Stato di diritto e non c’è populismo che giustifichi i superpoteri e le superpunizioni.

L’ultima copertina della rivista “The Economist”, dedicata a Trump, credo possa tranquillamente essere “dedicata” a Salvini e Toninelli.