domenica 8 Dicembre 2024
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Di Maio come Renzi

Invitato dal Parlamento a dare un giudizio sulla manovra economica annunciata dal Governo e sulle riforme in cantiere il vice direttore della Bankitalia, Signorini, ha detto una cosa persino ovvia: “Occorre preservare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico”.

Di Maio non l’ha presa bene replicando: “Se Bankitalia vuole un governo che non tocca la Fornero la prossima volta si presenti alle elezioni”.
Reazione sopra le righe considerando che i confronti tra Banca centrale e Governo, su un tema sensibile per i conti dello Stato come l’età pensionabile, non sono certo un’esclusiva italiana. Soprattutto in questi anni di crisi sono stati parte del dibattito pubblico in quasi tutti i paesi. L’episodio più noto risale all’estate 2016 quando la Bundesbank invitò Angela Merkel a puntellare il sistema previdenziale tedesco fissando l’età della pensione a 69 anni “per evitare un futuro di miseria previdenziale ai ventenni di oggi”. La Germania era in campagna elettorale e il governo tedesco respinse la proposta sostenendo che “lo sviluppo e la demografia del mercato del lavoro mettevano al riparo la Germania dai rischi paventati dalla Bundesbank”. Si disse comunque disponibile a discuterne. Fu uno scambio di vedute rispettoso dei diversi ruoli e nessuno mandò al diavolo nessuno.
Chiaramente in Italia un dibattito civile, come quello in Germania, è un miraggio!

C’è da dire che non è Di Maio il primo uomo di governo ad aver messo nel mirino Bankitalia per delle convenienze politiche. Ci sono molti precedenti illustri. L’ultimo era stato Matteo Renzi che a questo scopo chiese e ottenne una commissione d’inchiesta parlamentare sulla responsabilità delle crisi bancarie. Poi però a causa di Banca Etruria la commissione si rivelò un boomerang per chi l’aveva promossa.

Bankitalia è un organo di garanzia, un’istituzione come ce ne sono tante in Italia e nel Mondo (almeno nei paesi democratici).
Bankitalia non risponde a nessun Governo… e per fortuna! Certo si può condividere o meno le indicazioni di Bankitalia ma non sminuirle, perché gli organi di garanzia fanno parte delle misure di “pesi e contrappesi” di cui ogni Democrazia necessita.
È vero che la Sovranità appartiene al Popolo (articolo 1 della Costituzione) ma siccome i Padri Costituenti avevano bene in mente che il Popolo aveva votato Mussolini, hanno fatto in modo che un Governo non sia il padrone assoluto dello Stato.

Capisco che questo aspetto non piacesse a Renzi, e ora non piaccia a Di Maio, ma se ne facciano una ragione! Ogni Governo impari a utilizzare i poteri che la Costituzione li mette a disposizione senza provare a oltrepassare, nei modi e nel linguaggio, il proprio ruolo.
Il di più è solo propaganda.