sabato 27 Luglio 2024
Articoli 2019

Petroceltic rinuncia a permesso di ricerca in mare

PETROCELTIC RINUNCIA A PERMESSO DI RICERCA IN MARE ENTRO LE 12 MIGLIA NELL’OFF SHORE ABRUZZESE
GLI EFFETTI DELLA PRESSIONE REFERENDARIA DEL 2015/6 SI FANNO SENTIRE … E COME!
Apprendiamo con grande soddisfazione dal BUIG di luglio 2019 che con istanza pervenuta al Ministero dello sviluppo economico in data 11 luglio 2019, prot. n. 15625, PETROCELTIC ITALIA S.r.l., contitolare e rappresentante unica del permesso di ricerca ubicato nel Mare Adriatico, Zona B, convenzionalmente denominato «B.R268.RG», ha chiesto la rinuncia al permesso stesso.
E’ la logica conseguenza della norma introdotta dalla maggioranza del Governo Renzi nella Legge di Stabilità 2016, per evitare il contraccolpo di uno dei 6 quesiti referendari depositati in Cassazione, che impedisce il rilascio di nuove concessioni a estrarre in mare entro le 12 miglia marine.
Petroceltic, che nel frattempo ha cambiato proprietà, ha preso atto del fatto che il suo permesso non ha ragion di esistere giacché, secondo la normativa vigente, non può portare ad alcuna nuova concessione ed ha così presentato istanza di rinuncia al MISE.
Si tratta di un risultato importante, giunto a coronamento di una lotta durata anni e condotta senza esclusione di colpi, dentro e fuori il Palazzo, a suon di cortei, osservazioni e carte bollate, di cui Comitati e Movimenti possono andar fieri.
Roma, 5 agosto 2019
Coordinamento Nazionale No Triv
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Upstream Italia, Petroceltic rinuncia definitivamente a Elsa 2

Richiesta formalizzata lo scorso 11 luglio

Ricerca e Produzione Idrocarburi

A due anni e mezzo dalla norma con cui l’allora governo Renzi, accogliendo di fatto una delle richieste del referendum contro le “trivelle”, chiudeva la porta al rilascio di nuove concessioni upstream entro le 12 miglia dalla costa non già operative (v. Staffetta 14/12/15), Petroceltic ha rinunciato definitivamente al permesso di ricerca B.R. 268 RG nell’offshore abruzzese. La società lo ha comunicato in via ufficiale al ministero dello Sviluppo economico lo scorso 11 luglio (v. Staffetta 05/08) e contestualmente ha comunicato al Minambiente di rinunciare anche alla richiesta di Via per il pozzo esplorativo Elsa 2 (v. Staffetta 16/04/15). In allegato la comunicazione del ministero dell’Ambiente.

Soddisfazione è stata espressa dal coordinamento No Triv: “È la logica conseguenza della norma introdotta dalla maggioranza del Governo Renzi nella Legge di Stabilità 2016, per evitare il contraccolpo di uno dei 6 quesiti referendari depositati in Cassazione, che impedisce il rilascio di nuove concessioni a estrarre in mare entro le 12 miglia marine”.

Il prossimo campo di battaglia per le associazioni sarà il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, la cui stesura procede a rilento (v. Staffetta 26/07)e sulla quale gli ambientalisti puntano a dare il loro contributo. L’Associazione dei Comuni virtuosi, che rappresenta 120 comuni, lo scorso 29 luglio ha scritto al ministero dello Sviluppo economico per chiedere di partecipare alla stesura del Piano. I No Triv hanno fatto sapere che il Coordinamento sta collaborando con loro: “Ai Comuni Virtuosi – hanno scritto in una nota – si è aggiunto anche il Comune di Tito, in provincia di Potenza, il cui territorio è interessato dalle attività dell’istanza di permesso di ricerca “La Cerasa”.