La guerra dei rifiuti, il Tar assolve l’impianto Tmb di Ca’ Lucio: respinti i ricorsi

Il tribunale dà ragione alla Provincia nel braccio di ferro con i residenti

URBINO Il Tar delle Marche ha respinto il ricorso presentato dai residenti relativamente all’impianto di Trattamento meccanico biologico (Tmb) di Ca’ Lucio, in cui si effettua il pretrattamento dei rifiuti urbani indifferenziati dell’intera provincia prima del loro smaltimento nelle tre discariche del territorio: Monteschiantello (Fano; Ca’ Asprete (Tavullia) e Ca’ Lucio (Urbino). Il tribunale amministrativo ha dato quindi ragione alla Provincia, che in base alla sentenza (la numero 655 del 24 ottobre) risulta aver agito correttamente. Nel dettaglio, il giudice ha ritenuto legittima l’ordinanza del 2014 con cui la Provincia aveva disposto la conversione del preesistente impianto di compostaggio in impianto Tmb per ottemperare alle disposizioni del Ministero dell’Ambiente del 2013 (resesi necessarie dopo l’avvio di una procedura di infrazione comunitaria contro l’Italia in materia di gestione dei rifiuti), così come legittima è stata ritenuta l’ordinanza provinciale del 2018, con cui era stato disposto il mantenimento in esercizio del Tmb dopo la sentenza del Consiglio di Stato numero 6.777 del 29 novembre 2018: la sentenza, infatti, precisa il Tar, riguardava solo la discarica (e solo per l’omessa valutazionedella cosiddetta “opzione zero”) e non il resto dell’impiantistica presente nel sito di Cà Lucio, compreso, dunque, il Tmb. Corretti, pur non essendo oggetto del giudizio, anche gli atti con cui è stato autorizzato nel 2019 l’ampliamento della discarica. Gongola il presidente Giuseppe Paolini (foto): «Il Tar – dice – dà ragione al lavoro dell’amministrazione provinciale, confermando il giusto operato e la professionalità dei nostri uffici. Ma soprattutto la sentenza rassicura la comunità sulla corretta modalità di gestione dei rifiuti nel territorio. Polemiche sterili hanno solo creato incertezza e preoccupazione».