Grandi ritorni: il Mes
Oggi userò questo spazio
per solidarizzare toto cordecon
Luigi Marattin. Sì,
non è un refuso e nemmeno arteriosclerosi:
intendo proprio il
deputato italovivo. Che ieri, intervenendo
alla Camera sul Re –
covery, mi ha dato grande soddisfazione,
riprendendo una campagna
che il Fatto lanciò fin dalla
nascita del governo Draghi: “Vo –
gliamo il Mes”. A furia di sentirlo
invocare per due anni, in tutti i
dibattiti parlamentari, le prime
pagine di giornale, i talk televisivi,
le conferenza stampa di Conte,
i vertici della fu maggioranza
giallorosa, ci eravamo alla fine
convinti e anche un po’ arrapati
su quel meraviglioso acronimo di
tre lettere (Meccanismo europeo
di Stabilità o Fondo salva-Stati).
Per due anni ci domandavamo
perché nessuno lo chiedesse in
Europa e tutti lo pretendessero
in Italia (a parte i putribondi populisti):
che sia una fregatura tipo
Grecia? Ma alla fine, per sfinimento,
ci eravamo arresi: viva il
Mes. Del resto, se ne parlavano
bene Calenda e Lawrenzi d’Ara –
bia (“col Mes molti morti in meno
e tanti vaccini in più”), come dubitarne?
Così quando Conte, che
non lo voleva, fu sostituito da
Draghi, non avemmo dubbi: è il
Migliore, ilMes ce lo darà. Invece,
nel discorso della fiducia, non
se lo filò di pezza. Anche perché
nessuno glielo chiese. Anzi tutti
gli chiesero di non prenderlo perché
ormai c’era Lui. “Presidente
Draghi, il nostro Mes è lei!”, proruppe
il renziano Faraone, noto
economista dellaMagna Grecia,
con la salivazione leggermente
fuori controllo.
I giornaloni che avevano sempre
il Mes in bocca spiegarono
che l’“effetto Draghi”, con la sola
imposizione delle mani, faceva
precipitare lo spread, rendendo
il Mes superfluo, forse dannoso.
Strano: col Conte-2 lo spread s’era
dimezzato (da 222 del
13.8.2019 a 106 del 6.1.2021) e
nessuno se n’era accorto; poi la
crisi innescata dall’Innominabi –
le l’aveva fatto schizzare a 122 (lui
che voleva farci risparmiare ben
360 milioni di interessi sul debito)
e nessuno se n’era accorto;
con Draghi lo spread scese nei
primissimi giorni da 105 a 98, per
poi tornare a 105. Il quale Draghi,
nella conferenza stampa del
19 marzo, lo liquidò tranchant :
“Oggi prendere il Mes sarebbe
buttare via i soldi”. E tanto bastò
a placare l’astinenza da Mes dei
suoi più accaniti cultori, da Folli a
Franco, da Molinari a Sallusti.
Insomma, temevamo di non risentirne
mai più parlare. Poi, ieri,
lo sparo nel buio. Marattin ci ha
strappato le parole di bocca:
“Dobbiamo accedere alla linea
pandemica del Mes. È trascorso
un anno e noi di Iv non abbiamo
cambiato idea” (in realtà l’han
cambiata per la terza volta, ma fa
lo stesso). Purtroppo non se l’è filato
nessuno. Ma noi sì: sappia
che siamo con lui.