Crosetto vara la prossima settimana il sesto pacchetto di aiuti militari
PER CROSETTO GLI AIUTI MILITARI FRENANO LA GUERRA
LA PROSSIMA SETTIMANA SI VARA IL SESTO PACCHETTO
Angelo Picariello su L’AVVENIRE (27 gennaio 2023)
Il ministro del la difesa Guido Crosetto – che mercoledì era stato sentito dal Copasir ribadendo la linea del governo esposta già nelle commissioni Difesa di Camera e Senato – insiste:
«I tank possono cambiare le sorti della guerra, noi forniremo sistemi anti-aerei». Notizie più dettagliate arrivano da Parigi, in base alle quali, a quan to trapela da fonti
diplomatiche, Francia e Italia sono impegnate insieme per la fornitura all’Ucraina di un sistema di difesa aerea Samp/T .
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Questi ulteriori aiuti «servono non solo per salvare l’Ucraina», ma per Crosetto costituirebbero anche «un freno all’escalation che la guerra potrebbe avere espandendosi fra Paesi. Così invece la guerra resta tra due nazioni e non si allarga», è la tesi del ministro, intervistato su La7.
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La prossima settimana dovrebbe quindi arrivare il sesto decreto per il sostegno militare all’Ucraina.
Crosetto spiega: “Non esiste un conflitto tra gli italiani e i russi, gli italiani continuano a essere amici dei russi, la contrapposizione in questo momento è dovuta al fatto che Putin ha deciso di invadere l’Ucraina e noi la stiamo difendendo».
L’invio di armi rappresenta una «dolorosa necessità» per l’eurodeputato e candidato di centrosinistra e M5s in Lombardia, il dem Pierfrancesco Majorino.
Ma fra gli alleati c’è chi la pensa diversamente. «La retorica degli arsenali vuoti e dell’indebolimento delle nostre difese, che in un primo momento ha spaventato anche noi, serve solo per giustificare come necessaria, agli occhi di un’opinione pubblica preoccupata, una corsa al riarmo che ingrasserà i profitti dell’industria bellica a spese dei cittadini», sostiene Arnaldo Lomuti, capogruppo del M5s nella commissione Esteri della Camera, che torna a definire Crosetto «lobbista delle armi».
«Con la guerra non si scherza. Non si possono minimizzare visioni ed atti politici divergenti», interviene Stefano Fassina, promotore di Polo progressista. Definisce un «macigno politico» la spaccatura «seria e profonda» nell’area progressista determinata dal voto sull’ultimo decreto per le armi, che vede «da una parte il M5s e Si, dall’altra il Pd, con Azione e Iv» e in mezzo, «la sorprendente astensione di Europa Verde».
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IL SONDAGGIO SWG
MA IL 55% DEGLI ITALIANI E’ CONTRARIO ALL’AUMENTO DELLA SPESA MILITARE
Marco Mangelli su L’AVVENIRE (27 gennaio 2023)
Con buona pace del ministro Guido Crosetto, la maggioranza degli italiani è nettamente contraria all’aumento della spesa militare, mentre più dei due terzi vorrebbero addirittura estendere la tassazione al 100% degli extra profitti anche all’industria bellica.
Numeri inequivocabili, che emergono dal sondaggio di Swg per Greenpeace condotto tra l’11 e il 16 gennaio scorso e che sarebbe bene tenere in considerazione a poche ore dall’annuncio del titolare alla Difesa di voler incrementare di 10 miliardi le risorse annue destinate al settore.
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La gran parte del Paese, insomma, immagina un futuro senza armi, di pace e il più verde possibile. Ma è un dato che quasi nessuno ha scelto di commentare, ad eccezione del Movimento 5 stelle, che ha colto l’occasione per ribadire la direzione indicata con l’ultimo voto al dl Ucraina e il “no” alla proroga dell’invio di armi a Kiev: «Appare chiaro l’intento di usare la retorica allarmistica degli arsenali vuoti per giustificare investimenti bellici straordinari e sproporzionati rispetto alle reali esigenze di difesa a solo vantaggio dei profitti dell’industria militare – hanno scritto in una nota i capigruppo grillini nelle due commissioni Difesa.