Pergola, a sei mesi dall’alluvione ben 11 famiglie ancora senza casa
A distanza di oltre 6 mesi dalla terribile alluvione che il 15 settembre scorso ha colpito i territori a cavallo tra le province di Pesaro e Urbino e di Ancona, con un bilancio di 12 vittime e una donna a tutt’oggi dispersa (la 56enne Brunella Chiu, di Barbara, in provincia di Ancona), sono ancora forti i problemi che riguardano anche la città di Pergola, dove non si sono registrati morti, ma i danni sono stati di grande rilevanza. E dove, dopo più di 180 giorni, ci sono ancora 11 famiglie fuori dalle loro abitazioni, perché interessate dalle ordinanze di inagibilità emanante nell’immediatezza del disastro. «Sono quasi tutte persone che abitavano in immobili del quartiere Delle Tinte – spiega il sindaco Simona Guidarelli –, il più colpito qui da noi, dall’esondazione del fiume Cesano, che non ha risparmiato neppure la Chiesa di Santa Maria, classificatasi, secondo i dati pubblicati pochi giorni fa, al terzo posto assoluto nella graduatoria regionale de ‘i Luoghi del Cuore’, il censimento del Fai per salvare beni storici, architettonici e ambientali». La prima cittadina aggiunge: «Da metà settembre ad oggi, come Comune abbiamo speso dal nostro bilancio circa 300mila euro per alcuni dei lavori di somma urgenza, quantificati in tutto in 600mila, per la rimozione dei detriti, la pulizia di alcuni tratti del Cesano e dei torrenti e per la riapertura dei ponti in località Pantana, Cotarda e via Molino della Torre». Un totale, quello di 600mila euro, del quale al Comune alto cesanese è arrivata sin’ora una copertura di appena il 5%: «La Regione, che distribuisce questi fondi, fino ad oggi ci ha girato 30mila euro», conferma Guidarelli, che aggiunge: «E’ importante che le risorse stanziate dallo Stato per questa drammatica emergenza arrivino celermente sia ai privati che alle imprese, ma anche ai comuni e alle aziende multiservizi che gestiscono una serie di situazioni di fondamentale importanza, come quelle relative al sistema fognario, che ha subito dei gravissimi danni». Il sindaco conclude: «Attualmente dalla Regione ci è stato assegnato solo un decimo di quanto abbiamo già speso, ma non potevamo certo lasciare chi ha lavorato senza essere pagato. Purtroppo, nel frattempo abbiamo dovuto rinunciare ad altri interventi che avremmo voluto effettuare con quei 300mila euro, come potature, asfalti e ulteriori opere di manutenzione sulle strade del nostro territorio».