domenica 3 Dicembre 2023
Medioriente

Medio Oriente Solo la Ue può aiutare la Palestina a creare uno Stato sovrano

Mentre Israele bombarda
Gaza, tutti sono impegnati
a consigliare o rimproverare
una delle parti in lotta.
Ernesto Galli della Loggia
si scaglia contro i palestinesi,
mentre altri li difendono. Nessuno tocca
il cuore del problema che impone di ricostruire
le forze oggettive che plasmano il conflitto.
In primo luogo, i palestinesi non avranno mai
un proprio Stato sovrano e indipendente con
capitale a Gerusalemme Est, perché è venuta
meno la condizione necessaria, ancorché insufficiente,
affinché le risoluzioni Onu trionfino.
Questa condizione è il bilanciamento
delle forze o la possibilità che i dominati acquisiscano
nuove quote di potere per sfidare i
dominatori. Detto più semplicemente, i palestinesi
non hanno le forze per minacciare
l’esistenza d’Israele e ne avranno sempre meno
in futuro. In secondo luogo, gli Stati che un
tempo mordevano Israele hanno perso i denti.
Siria, Iraq, Yemen e Libano, dilaniati dalle
guerre civili, sono buchi neri. Egitto e Giordania
hanno un trattato di pace con Israele ed
entrambi dipendono dalla Casa Bianca per
gli aiuti economici e militari. La storia dell’Arabia
Saudita viaggia in direzione opposta a
una guerra con Israele mentre l’Autorità nazionale
palestinese di Abu Mazen in Cisgiordania
ha la forza di un morto.
Hamas spende un milione di dollari l’anno
per il suo braccio armato contro i 23,4 miliardi
di dollari spesi da Israele per l’esercito nel
2022. Hezbollah, con i suoi 150.000 missili
circa, potrebbe mettere in ginocchio Israele,
ma non può perché le navi americane puntano
le loro armi contro i suoi domini.
Se Hezbollah spara su Israele,
gli Stati Uniti sparano su Hezbollah.
I missili dell’Iran potrebbero
creare qualche danno limitato, ma
Israele possiede testate nucleari e
un’aviazione impressionante. Resta
la Turchia. Erdogan potrebbe
aiutare Hamas, ma non può spedire
le sue armi a Gaza sotto embargo.
Immaginiamo quindi che la
Turchia attacchi direttamente Israele
e cheNetanyahu minacci la
Turchia con le armi nucleari. La
Turchia potrebbe cadere sotto l’ombrello nucleare
del Pakistan, ma uno scontro nucleare
Ankara-Tel Aviv via Islamabad sembra fantascienza,
sebbene questa ipotesi sia discussa
da alcuni tra i massimi generali americani.
Arrivo al cuore del problema: la battaglia
dei palestinesi per uno Stato sovrano e indipendente
con capitale a Gerusalemme Est
è persa per sempre a meno che l’Unione

europea non riapra il discorso con le sole
due armi di cui dispone. La prima è colpire
Israele con le sanzioni: 4.000 bambini palestinesi
massacrati in tre settimane imporrebbero
questa misura. La seconda è colpire
Netanyahu con un mandato di cattura
della Corte penale internazionale: 8.000
civili palestinesi massacrati in tre
settimane giustificherebbero
questa misura. Netanyahu, con i
consensi ai minimi storici, cadrebbe
quasi certamente.
Ma l’Ue non vuole prendere decisioni
concrete per il rispetto del
diritto internazionale in Palestina;
vuole fare soltanto retorica. D’altra
parte, una documentazione storica
esorbitante dimostra che l’Unione
europea e gli Stati Uniti hanno
sempre lavorato per affossare i palestinesi
in favore del colonialismo
d’Israele. I palestinesi sono i “pellerossa” d’Israele.
Come potrebbe essere diversamente
con un ministro per la Sicurezza nazionale
come Itamar Ben-Gvir, ammiratore dichiarato
di Baruch Goldstein, il terrorista della
strage contro la moschea di Hebron del 1994?
L’Unione europea parla tanto dei palestinesi
per nascondere l’inazione pro-occupazione israeliana
sotto un fiume di parole.