sabato 2 Novembre 2024
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In fuga

Scappano da guerre ed emergenze climatiche, sempre di più, 10 milioni solo nell’ultimo anno. E continueranno a farlo. Le persone in fuga nel mondo sono ormai arrivate a 120 milioni, certifica il nuovo rapporto Global trends di Unhcr.
Solo nei primi mesi del 2024, con il prevedibile acceleratore dei tanti conflitti in corso, dall’Ucraina ad Israele ma soprattutto dal Sudan, sei milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case. E tre su quattro provengono da Paesi dove l’emergenza climatica è ormai all’ordine del giorno.
I paesi ricchi ospitano appena il 21% di chi fugge. Tutti gli altri si fermano nei Paesi più vicini a casa e così, in cima alla classifica di chi ospita di più, troviamo Iran, Turchia, Colombia, Pakistan e solo dopo la Germania, il Paese che più di tutti in Europa apre le porte ai rifugiati.
L’Italia, i dati lo certificano, non è certo tra gli Stati che accolgono più rifugiati: appena 138.000, alla fine del 2023, i titolari di un permesso di protezione internazionale a cui si aggiungono 147.000 richiedenti asilo, circa 3.000 apolidi e 161.000 ucraini con protezione temporanea. Insomma l’invasione che non c’è a fronte di un numero di arrivi gestibile, a cui semmai fa riscontro un altissimo numero di morti in mare per cui Unhcr continua a chiedere all’Europa un impegno a garantire il soccorso.
Il Sudan è una delle aree che più preoccupano, sia per la sorte della popolazione che per le conseguenze che un esodo così massiccio, 10 milioni di persone, potrebbe avere sui flussi migratori verso i Paesi vicini o nell’alimentare il traffico di uomini. In Congo e in Myanmar, milioni di persone sono state costrette alla fuga l’anno scorso a causa di feroci combattimenti e l’Unrwa stima che nella Striscia di Gaza 1,7 milioni di persone (il 75% della popolazione) siano sfollate. La Siria rimane l’area di crisi più grande, con 13,8 milioni di persone costrette alla fuga. Il 73% dei rifugiati sotto il mandato dell’Unhcr proviene da soli cinque Paesi (Afganistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan). La popolazione di rifugiati più numerosa al mondo è quella afghana: uno su sei.

La comunità internazionale deve fare di più con azioni di pace, interventi di sviluppo e stabilizzazione delle popolazioni nei Paesi d’origine. Le soluzioni per i rifugiati nei Paesi di accoglienza sono complesse ma ci sono. In Italia, ad esempio, il programma Welcome. Working for refugee integration in soli sette anni ha coinvolto oltre 700 aziende che hanno realizzato oltre 30mila percorsi di inserimento lavorativo. Dal 2015 ad oggi, in Italia sono ste reinsediate 2.805 persone rifugiate e dal 2017 sono ste trasferite dalla Libia, attraverso evacuazioni e corridoi umanitari, 1.510 persone vulnerabili, cui ne seguiranno circa 1.300 nei prossimi tre anni. Sono numeri ancora ridotti, ma rappresentano anche un segnale di solidarietà verso i Paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati nel mondo e soprattutto sono buone pratiche da replicare.

 

Fonte: Alessandra Ziniti, giornalista