«Non sarò complice di disgrazie Mi rifiuto di vendere Gratta e vinci»
«Mi rifiuto di vendere Gratta e vinci: non voglio essere complice della rovina di tanta gente». Lo dice e lo mette in pratica Mario Papariello, 58 anni, titolare della tabaccheria Postavecchia, sulla vecchia Flaminia, alla periferia di Calcinelli di Colli al Metauro. La sua scelta, maturata qualche mese fa, è stata dettata dall’amarezza di assistere a vicende sconfortanti: «Soffrivo molto – racconta il tabaccaio – nel vedere diverse persone che azzardavano l’acquisto di un biglietto dietro l’altro, fino a giocarsi tutta la pensione o lo stipendio. Pensavo dentro di me che non avrei retto a lungo. Sicché, malgrado avessi un contratto con Lottomatica, ho detto basta e non ho più venduto Gratta e vinci. Da quel giorno mi sento sollevato e con la coscienza a posto». Lo stop alla vendita dei biglietti ha però comportato una doppia rimessa economica per il gestore, che ha azzerato gli incassi ed è comunque obbligato a pagare 160 ero al mese, per onorare la quota stabilita dal contratto fino alla scadenza. Ma Papariello spiega che nella sua vita il profitto è meno importante dei valori etici: «Prima di tutto – chiosa – non voglio guadagnare sulle sventure altrui. Ho visto disoccupati tentare la fortuna con i ‘grattini’ e uscire dalla tabaccheria senza nemmeno i soldi per mangiare. Vecchiette che vivono con pensioni minime spendere tutto quello che avevano ritirato al mattino dalle poste…». Ma l’uomo non è nuovo al contrasto del gioco d’azzardo: «Nel mio paese di origine, nel Salernitano, ho gestito per molti anni un bar, ma ho subito eliminato le slot machine, malgrado fossero una forte fonte di guadagno. Ricordo un papà che si era giocato i soldi con cui avrebbe dovuto comprare le scarpe al figlio piccolo. Non volevo mai più assistere a scene del genere». Dopo aver bandito i Gratta e vinci, il tabaccaio ha incrementato i prodotti in vendita, dai profumi alle sigarette elettroniche, diventando anche fermopoint per ricevere e spedire pacchi, e ricevitoria per ricariche e pagamenti. Così ha compensato i mancati introiti offrendo alla clientela nuovi servizi. «Alcuni colleghi mi criticano – aggiunge – e altri si compiacciono perché aumentano le vendite, ma per me la cosa più importante è avere la coscienza pulita. Sono consapevole che i clienti interessati ai ‘grattini’ li andranno a comprare nelle altre tabaccherie, ma chi mi leggerà forse potrebbe seguire la mia scelta e cambiare passo…». La tabaccheria Postavecchia non espone quindi cartelli con vincite clamorose né appende strisce di tagliandi sgargianti. L’arredamento è sobrio, ordinato, un po’ retrò, dando la sensazione, grazie agli aromi di tabacco e dei profumi, delle tabaccherie di una volta. «Sono legato alle tradizioni – conclude Papariello – e penso che anche nel commercio sia importante essere corretti e seguire una morale, cercando di non mettere al primo posto il profitto a tutti i costi, a costo di calpestare la dignità umana, come nel caso del gioco d’azzardo»