mercoledì 23 Ottobre 2024
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Gli effetti di una crisi economica

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In
questi giorni l’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo
Sviluppo Economico, ci ha ricordato che il peggio della crisi
economica deve ancora arrivare.

Se
in alcuni Paesi come Irlanda, Giappone, Spagna e Stati Uniti, già
nel 2009 si è registrato un forte aumento di disoccupati a causa
della crisi economica, l’Ocse ci ricorda che “in altri Paesi,
inclusi Francia, Germania e Italia la gran parte della crescita della
disoccupazione deve ancora arrivare”
.

Sul
piano generale, dal 2007 ad oggi i disoccupati dell’area Ocse sono
aumentati di 15 milioni ed entro la fine del 2010 questo esercito di
senza lavoro aggiuntivi raggiungerà quota 25 milioni. In tre anni si
perderanno dunque tanti posti di lavoro quanti ne sono stati persi in
un intero decennio fino ai primi anni ’80, a seguito delle crisi
petrolifere.

Sempre
secondo l’Ocse le perdite più pesanti di posti di lavoro si
registrano “all’interno dei gruppi già svantaggiati nel mercato
del lavoro: giovani, basse professionalità, immigrati, minorità
etniche, e tra questi soggetti con contratti temporanei o atipici
“.

Tutto
questo si può spiegare in questo modo: l’attuale crisi è nata come
finanziaria, per trasformarsi poi in industriale a causa di un calo
della domanda sugli ordini e sulle commesse. Fino a questo momento
l’occupazione è stata sorretta dagli ammortizzatori, ma a breve
“l’onda lunga” della crisi, in termini di potere di acquisto, si
farà sentire su tutte le famiglie italiane.
L’andamento
della crisi farà in modo che quando comincerà a rispuntare un
minimo di ripresa un po’ più solido avremo, per una ragione
apparentemente paradossale, una ricaduta sui redditi (per via dei
meccanismi sulle materie prime).
Purtroppo
in Italia, a furia di sentir ripetere dall’attuale governo “cieli
azzurri
” e “stiamo meglio degli altri”, si corre il
rischio che il popolo italiano si ritrovi impreparato all’arrivo di
questi effetti economici negativi.
A
mio avviso, ma spero di sbagliarmi, manca da parte del governo una
politica di sostegno dei redditi, soprattutto alle classi più
svantaggiate. Spero di essere smentito… ma vedo che i dati
dell’Ocse purtroppo non mi contraddicono più di tanto.