mercoledì 23 Ottobre 2024
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Mondavio 2013: frammenti di una campagna elettorale

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In questo travagliato 2013 non si è fatta attendere solo la
primavera: anche la presentazione delle liste dei candidati per le elezioni
amministrative di Mondavio e le relative campagne elettorali sono arrivate in
deciso ritardo.

Sino all’ultimo abbiamo dovuto aspettare che venisse sciolto
l’arcano sulla presenza o meno di una lista che potesse sfidare la scontata
ricandidatura del primo cittadino uscente Talè e dei suoi sodali. Una volta a
conoscenza della candidatura a sindaco di Moris Stortoni, sembrava addirittura
materializzarsi all’orizzonte la possibilità di un terzo concorrente, anzi
terza, dato che sui quotidiani locali si favoleggiava di una lista Pdl guidata
da una donna e per la quale si sarebbero mossi addirittura alcuni big della
zona appartenenti al partito del Cavaliere. Alla fine non se ne è fatto nulla,
così come non ha prodotto conseguenze la sortita prepasquale in terra
mondaviese dei grillini di Fano e Pesaro, venuti a valutare la possibilità di
diffondere il verbo del proprio guru nel paese in cui il Movimento 5 Stelle ha
incassato il 32,72% al Senato e il 34,87% alla Camera nella recente tornata
elettorale. La corsa per le amministrative si è quindi ufficialmente
ridimensionata a due contendenti e alle relative liste: “Crediamoci insieme”
del primo cittadino uscente e “Viva Mondavio” capeggiata da Moris Stortoni. Ho
partecipato alla prima riunione di entrambe le liste e al confronto tra i
candidati sindaci promosso dal Comitato Valcesano, dando un’occhiata anche ai
rispettivi materiali cartacei e on line. Ecco qualche frammento/impressione
personale che ne ho ricavato, ricordando (se ancora ce ne fosse bisogno) che
alla lista vincitrice verranno attribuiti 5 consiglieri che affiancheranno il
primo cittadino, mentre alla minoranza saranno assegnati 2 consiglieri. Il
consiglio sarà quindi più che dimezzato (7 consiglieri invece di 16 com’era
finora) e gli assessori facenti parte della giunta saranno solamente 3 più il
sindaco.

Talè si ripresenta forte
dell’esperienza del mandato appena trascorso e quindi squadra che vince non si
cambia, anzi no: si cambia ma solo per metà. I nomi riconfermati sono infatti
ben cinque su otto. A rigor di logica, e vista anche la linea di continuità che
Talè sembra voler perseguire, ci si aspetterebbe che la lista n. 1 adottasse lo
stesso simbolo di cinque anni fa, e invece no. Sparisce ogni riferimento
politico dal nome della lista che da quel “Mondavio Democratica” del 2008
diventa un accattivante “Crediamoci insieme”
: tipico restyling da lista civica che evita forse imbarazzanti
collegamenti con partiti oggi alla deriva, cui però risultano iscritti almeno
quattro dei candidati. Nel simbolo resta l’ingombrante presenza della Rocca, ai
cui piedi appare una rassicurante famigliola dotata di prole invidiabile in
anni di crisi (due figli) e alla quale è affidato il compito di tenere il filo
di un aquilone che, rispetto a cinque anni fa, deve essere stato messo
malamente in lavatrice a 90 gradi, visto che ha perso tutti i colori
dell’arcobaleno. Il tutto poggia su un libro non meglio definito (la Bibbia? Un
libro contabile? Il bilancio comunale?) che non scontenta nessuno, così come
potrebbe accontentare tutti i gusti la composizione della lista: tra due
candidati di Mondavio, quattro di San Michele, uno di San Filippo e uno di
Sant’Andrea possiamo trovare un po’ di tutto. Tra le conferme di questa lista
quattro-stagioni c’è ovviamente il candidato sindaco di navigata esperienza (e
già consigliere e assessore in passato), il vicesindaco – garanzia Angelo
Frattini e il giovane amministratore dal viso pulito Mirco Zenobi. Un po’ di
sorpresa è stata suscitata dalle ricandidature di Mirco Serfilippi ed Erica
Carbonari, che non si sono certo distinti per presenza e assiduità nel mandato
appena conclusosi. Per non pochi è stata una sorpresa anche l’inaspettata
candidatura di Annunziata Morico, notaio e volto molto noto nella folta
comunità sammichelese che rappresenta un bacino di voti non indifferente. Le
altre due new entry della lista sono il ventisettenne Davide Albani,
proveniente dall’associazionismo giovanile del centro di aggregazione
Lucignolo, e Luca Guiducci, imprenditore locale con un’azienda sita a
Pianaccio. La lista ha pure un sito,
crediamocinsieme.it
, che però oltre
a una discreta grafica, alle presentazioni di rito e al pdf del programma
elettorale non conta molto altro: che sia destinato alla stessa agonia del
forum di cinque anni fa, chiuso ingloriosamente dopo aver languito on line per
alcune settimane? Di “Crediamoci insieme” è stato distribuito anche un colorato
libretto di 16 pagine, disseminato di “curriculum” dei candidati e di immagini dei
risultati ottenuti dall’amministrazione: c’è pure la foto del povero Sic, che
si presume veglierà dall’alto la lista n. 1. Nel programma abbondano le parole
“mantenimento”, “prosecuzione”, “conclusione”: d’altronde, con i tempi che
corrono, non si può più promettere chissà cosa. L’era delle magnifiche sorti e
progressive sembra definitivamente terminata, ma non disperatevi, nulla è
impossibile al nostro Talè: cosa non aspettarsi da un candidato che è riuscito
in meno di una settimana ad inaugurare uno stanzone vuoto (il futuro centro di
aggregazione di San Michele) e la tanto agognata casetta dell’acqua per gli
assetati abitanti del capoluogo, che (mi dicono dalla regia) sarà gratuita per
diversi giorni? E pure le improvvise apparizioni di toppe d’asfalto e lo
sfalcio della giungla stradale lungo le curve per Mondavio promettono bene.

Alla riunione per la presentazione
della lista che si è tenuta giovedì 9 maggio nella spigolosa cornice della
palestra di San Filippo (alla quale mancava la neo-sposa Carbonari) erano
presenti alla fine circa 50 persone. L’incontro è iniziato con 20 minuti di
ritardo e all’inizio Talè ha ripercorso i cinque anni appena trascorsi,
contraddistinti da non poche questioni spinose, di cui alcune tuttora aperte,
come la vicenda Agroter, la turbogas, il crollo del ponte sul Cesano. Il
sindaco uscente ha inoltre ricordato per l’ennesima volta la tanto sbandierata
unità della maggioranza e la responsabilità della minoranza che hanno permesso
di raggiungere vari traguardi, senza dimenticare il contributo e la
collaborazione di associazioni e commercianti: insomma, un vero e proprio
mantra di questa fine mandato. Talè ha quindi riepilogato lungamente i
risultati ottenuti e ha esposto il programma contenuto nel libretto della
lista, cedendo a volte la parola ai candidati Morico, Zenobi, Frattini e
Guiducci. Dal pubblico le domande non si sono sprecate, tant’è che dopo nemmeno
dieci minuti dall’apertura della discussione la serata si è conclusa. Degna di
nota la domanda in merito all’asilo nido di Mondavio, per il quale dovrà essere
trovata una modalità di gestione adeguata alle esigenze delle famiglie.

A sfidare la corazzata
Talè c’è la lista civica capitanata da Moris Stortoni, che dopo cinque anni
sabbatici si ripresenta alle elezioni comunali, stavolta in veste di aspirante
sindaco. Già coordinatoredi Forza
Italia – Mondavio e consigliere comunale tra il 2004 e il 2007, l’intrepido
Stortoni si candida con la lista “Viva Mondavio”
che però a suo dire si può leggere anche come “Mondavio viva”.
Peccato che tra i sette candidati quattro siano di Sant’Andrea, due di San
Michele e uno di Senigallia. E peccato anche che l’unica donna della squadra
sia presente sulla carta ma non abbia guadagnato nemmeno l’onore della foto
sulla brochure della lista. In copertina infatti campeggia l’immagine
collettiva dei sei uomini candidati assieme alle tre parole d’ordine della
lista numero due, cioè “gratuità, onestà ed impegno”: in merito alla prima,
vero e proprio cavallo di battaglia, Stortoni ha infatti premesso di voler
rimarcare con un gesto non solo simbolico la centralità della politica in un
periodo in cui questa non gode dei favori della gente: in concreto la promessa
è quella della rinuncia da parte di sindaco e assessori al proprio compenso,
devolvendo le relative somme (calcolate in 70.000 euro) a scopi sociali. E per
sancire la questione in modo inequivocabile il buon Moris la sottoscrive
nero
su bianco
in una sorta di contratto con i mondaviesi: d’altronde il
cromosoma berlusconiano non mente. Anche“Viva Mondavio” ha il proprio spazio
sul web
(il blog
omonimo
) e un simbolo molto minimalista (l’uccellino mondaviese in
patriottica versione tricolore).

Il primo appuntamento elettorale
della compagine di “Viva Mondavio” era fissato per venerdì 10 maggio alle 21.
Sarà una coincidenza, sarà l’abitudine, sarà l’aura nefasta che aleggia sopra
la sala del consiglio comunale, ma anche in questo caso la puntualità si è
fatta attendere da parte degli intervenuti e l’incontro è iniziato con una
mezz’ora di ritardo. Stortoni ha quindi presentato i propri compagni
d’avventura: i giovani Davide Baldassarri e Francesco Mattioli, il poliziotto
con la passione per le armi antiche Stefano Fratesi e il radiologo Gianmaria
Mattioli. Mancava all’appello Annibale Biagetti, richiamato a Ghedi per
questioni di lavoro.

Anche Stortoni ha cominciato ad
illustrare il proprio programma seguendo, per così dire, l’ordine dei vari
punti esposti nelle proprie quattro pagine di presentazione. Non avendo
risultati da esibire, il candidato sindaco si è soffermato in particolare sulla
necessità di coinvolgere i cittadini nelle scelte di bilancio, di stornare
alcune voci di spesa indirizzandole alle necessità sociali, di rispondere con
offerte adeguate ad un turismo che da vent’anni a questa parte è cambiato e di
decidere finalmente cosa fare in merito ad una unione con i comuni. Altre
questioni toccate dal candidato sindaco sono state l’eliminazione di Equitalia
dal sistema di riscossione dei tributi, la ripubblicizzazione del servizio
idrico, la riqualificazione degli spazi pubblici, l’adesione al Patto dei
Sindaci (che però ci risulterebbe già approvato con delibera 58 del 30 novembre
2010), la salvaguardia del sistema sanitario locale, la necessità di un
intervento tempestivo del 118, la riapertura degli uffici comunali il sabato
mattina, il sostegno alla cultura e alla solidarietà nel territorio, la
trasparenza e il contestuale utilizzo di social network, la promozione del
“made in Mondavio”. Stortoni è consapevole che “la coperta è corta” ma gli
investimenti vanno fatti e parimenti vanno mantenuti gli impegni presi nelle
opere pubbliche: per questo è necessario reperire i fondi europei per poterli
realizzare. Le domande dal pubblico non si sono fatte attendere: tra coloro che
sono intervenuti ci sono volti già noti come il consigliere di minoranza
uscente Dante Olivieri e suo fratello Paolo, già capogruppo dello schieramento
di cui fece parte lo stesso Stortoni. Anche Attilio Rotatori, capogruppo della
lista che sfidò Talè cinque anni fa, non ha persol’occasione per intervenire e ribadire la
propria contrarietà alle scelte fatte in merito alla raccolta differenziata,
all’ex consorzio, alla politica di risanamento del bilancio attuata da quello
che lui ama definire “il consiglio più berlusconiano mai avuto”, senza
dimenticare di stuzzicare Stortoni sulla questione dell’acqua pubblica.
Quest’ultimo, pur non rispondendo per le scelte fatte da altri, la vede in
maniera esattamente contraria a Rotatori sulla gestione del servizio idrico.

I due candidati hanno avuto la
possibilità di confrontarsi pubblicamente lunedì 13 maggio nel corso
dell’assemblea indetta dal Comitato Valcesano sul problema del ponte, sedendo
allo stesso tavolo per rispondere alle medesime quattro domande. Stortoni e
Talè sono stati chiamati a rispondere rispettivamente in merito alla
responsabilità dei tecnici e sull’eventuale appoggio alla vertenza del
Comitato, sui motivi dell’assenza della politica nella salvaguardia degli
interessi dei cittadini che sono costretti a “fare da soli”, sulla riforma
sanitaria della Regione Marche e sulla tutela dei diritti delle famiglie messi
in pericolo dalla crisi che verrebbe adottata in caso di elezione. I due
candidati si sono alternati a rispondere alle domande, rimanendo nel minutaggio
stabilito dal comitato così come si è sempre fatto nei confronti pubblici. Al
termine della discussione sono stati lasciati alcuni minuti a disposizione del
pubblico, dal quale si è levata la fatidica domanda sulla “discarica di
Mondavio”. Si tratta, come precisato anche dalla presidentessa del comitato
Manuela Pieri, di una discarica situata nel territorio del comune in cui sono
stati versati, dal 1968 al 1976, rifiuti civili e ospedalieri: il sito,
abbandonato e senza controllo, è stato “chiuso”sotto uno strato di terra a seguito delle proteste, ma visto che si
tratta di una zona soggetta a frana non è necessario scavare tanto perché
riemerga in superficie quello che vi è sepolto sotto. È già stato chiesto al
sindaco di procedere a una caratterizzazione del sito per verificare se c’è
inquinamento e nel caso di provvedere alla bonifica. Talè ha replicato che sono
state allertate l’Arpam e la provincia di Pesaro e Urbino e che entro la
settimana successiva verrà fatto un sopralluogo e partirà l’iter per la
bonifica così come si è verificato per Agroter, ricordando però che a detta
della provincia stessa in condizioni simili si trovano un po’ tutti i comuni.
Stortoni dal canto suo ha sostenuto che occorre attendere per sapere dall’Arpam
cosa c’è sotto per poi intervenire, ma che se c’è il percolato il problema
sicuramente esiste.

La questione della discarica
potrebbe rappresentare una discreta gatta da pelare per il sindaco e il
consiglio che verranno designati dal risultato delle urne il 26 e 27 maggio
prossimi e che saranno chiamati al non semplice compito di fronteggiare gli
effetti della crisi e la mancanza di risorse.

C’è chi dice che i risultati delle
elezioni saranno così e cosà, che le schede bianche saranno in deciso aumento,
che “io stavolta non vado nemmeno a votare” e che “tanto son tutti uguali”.
L’augurio che mi sento di fare è che ognuno di quegli otto che verrà chiamato
ad amministrare il nostro paese lo faccia in maniera attiva e responsabile, e
che in questo sia accompagnato dalla collaborazione dei mondaviesi e seguito
dal loro occhio vigile: il nostro compito di cittadini non finisce certo con
quella scheda azzurra infilata nell’urna.