Il Cavaliere e i pentiti di mafia
Perché
si è tornati a parlare dei mandanti occulti delle stragi di mafia
del 1993? Cosa c’entra la nascita dell’impero economico di Silvio
Berlusconi?
E’
successo che alcuni mafiosi coinvolti negli attentati abbiano deciso
di parlare dopo anni di silenzio. Sono Gaspare Spatuzza, Salvatore
Grigoli e Pietro Romeo.
Il
pentito chiave è Gaspare Spatuzza. Si tratta di un killer di mafia
che collaborava con Giuseppe e Filippo Graviano, i boss del quartiere
Brancaccio a Palermo: insieme a loro ha progettato gli attentati di
quella stagione.
Ai
magistrati ha riferito un colloquio avuto con Giuseppe Graviano pochi
giorni prima dell’attentato fallito allo Stadio Olimpico di Roma.
“Giuseppe
mi disse che avevamo ottenuto quello che cercavamo e che le persone
che avevano portato avanti la cosa erano affidabili… a quel punto
mi fa il nome di Berlusconi e mi conferma che si tratta di quello di
Canale 5… poi mi dice che c’è anche un paesano nostro e mi fa il
nome di Dell’Utri”.
Un’accusa
gravissima.
Cosa
Nostra, sostiene il pentito Spatuzza, nel 1993 aveva un referente
politico ispiratore: quel Silvio Berlusconi che insieme al suo
braccio destro Marcello Dell’Utri stava lavorando alla fondazione di
Forza Italia. Le cosche siciliane ritenevano di poter negoziare con
Berlusconi la fine delle stragi in cambio di condizioni più morbide
per i detenuti mafiosi a cominciare dall’abolizione del 41 bis,
l’articolo che prevede il carcere duro. La versione di Spatuzza è
stata confermata dagli altri due pentiti Salvatore Grigoli e Pietro
Romeo, e i magistrati hanno ricominciato ad indagare.
Spatuzza
parla anche dell’immenso patrimonio della famiglia Graviano investito
nel Nord Italia e tira in ballo Fininvest.
Così
il pentito in una dichiarazione del 16 marzo 2009: “Filippo
Graviano mi parlava come se fosse un suo investimento, come se
Fininvest fossero soldi messi di tasca sua”.
Secondo
Spatuzza i Graviano hanno un asso nella manica contro la società che
detiene dal 1975 tutte le proprietà di Berlusconi e lo giocheranno
per rientrare in possesso dei loro soldi.
Il
pentito getta un’ombra pesante sull’origine dell’avventura
imprenditoriale del Cavaliere, che sarebbe stata quindi favorita da
capitali mafiosi.
Nella
sentenza di primo grado che condanna nel 2004 Marcello Dell’Utri a 9
anni per concorso esterno in associazione mafiosa si legge: “Non è
stato possibile risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza
all’origine dei flussi di denaro investiti nella creazione delle
Holding Fininvest”.
Non
solo: nel 1994Carlo Rasini, il banchiereche negli anni ’70 finanziò
per primo i progetti immobiliari di Berlusconi, aveva detto1:
“Le città giardino costruite da Berlusconi sono servite a
qualche famiglia milanese per far rientrare le valigie di soldi
depositate a suo tempo in Svizzera. Berlusconi di quelle somme ha
restituito soltanto l’80%. So come sono andate le cose e a chi
appartiene l’altro 20%, ma non lo dirò”.
I
dirigenti Fininvest tuttavia affermano che il 100% della società
appartiene alla famiglia Berlusconi.
Spatuzza
sarà chiamato a testimoniare nell’appello al processo Dell’Utri a
Palermo.
Perché
Cosa Nostra ha deciso di parlare proprio adesso?
Qual
è il messaggio che sta inviando a Berlusconi?
Perché
è così difficile ricostruire i finanziamenti che hanno permesso la
nascita di Fininvest?
1Dichiarazione
di Carlo Rasini del 1994 dal libro “Le gesta del Cavaliere” di
Paolo Madron