sabato 27 Luglio 2024
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Turbogas: le parole sono importanti ma poi occorrono i fatti

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Giovedì
3 dicembre si è svolta a Corinaldo un’assemblea pubblica su
“Centrale turbogas a Corinaldo: vogliamo capire”. Un appuntamento
organizzato dal gruppo consigliare “Uniti per Corinaldo” e che ha
visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento.

Dopo
una breve presentazione di Giuseppe Saccinto, capogruppo della lista
“Uniti per Corinaldo”, sono intervenuti: Marco Giuliani
(ingegnere), Marcello Mariani (Assessore all’Ambiente della Provincia
di Ancona), Fabio Badiali (Assessore Regionale alle Attività
Produttive, Lavoro ed Energia) e Luigino Quarchioni (Presidente di
Legambiente Marche). Molti, infine, gli interventi tra il pubblico,
che hanno arricchito ulteriormente la discussione.

Personalmente
ho apprezzato molto l’intervento di Giuliani, che ha presentato la
centrale da un punto di vista tecnico (spiegando anche quale tipo di
ricadute si possono creare sull’ambiente e sulla salute) e di
Quarchioni, che ha ribadito la necessità di scommettere sulle
energie rinnovabili invece di proseguire sulla “vecchia strada”
del fossile.
Molto
importanti sono state soprattutto le parole di Mariani e di Badiali,
che rispettivamente per la Provincia e la Regione hanno ribadito il
loro “no” alla centrale.
Badiali
ha infatti riconfermato la contrarietà della Regione, come era stata
espressa giorni fa dal Governatore Spacca.
La
Provincia di Ancona, che fino a quella sera non si era mai espressa
in merito, lo ha fatto tramite le parole dell’Assessore Mariani : “La
Provincia di Ancona è socia di maggioranza della Z.I.P.A. E ha
ribadito la contrarietà all’uso della Zona Industriale
”.

Anche
il sindaco di Corinaldo, Livio Scattolini, intervenuto alla serata,
sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo, dato che molti hanno
trovato le parole del primo cittadino un po’ “complicate”) essere
contrario alla centrale turbogas.

Fatti
concreti.

Le
parole e le dichiarazioni della serata devono trasformarsi in fatti
concreti. Un fatto concreto è che le istituzioni votino una
dichiarazione di contrarietà alla centrale. Questo deve essere fatto
entro il 14 dicembre (scadenza dei 60 giorni dalla presentazione del
progetto).
Altrimenti
c’è il rischio che le tante dichiarazioni, senza un risultato
concreto, rimangano “parole al vento”.