sabato 27 Luglio 2024
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Afghanistan: il ricordo di una commemorazione a San Michele

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L’11 novembre 2001, in
occasione della Commemorazione dei Caduti a San Michele, il gruppo
Fuoritempo organizzò una manifestazione contro la guerra in
Afghanistan. Una guerra iniziata immediatamente dopo l’attacco
dell’11 settembre 2001.

La nostra manifestazione
silenziosa prevedeva la presenza di uno striscione con la scritta “No
alla guerra” e la distribuzione di un comunicato dal titolo
L’Italia
è in guerra. Io no.

La nostra presenza alla
manifestazione creò tra la popolazione un po’ di subbuglio. I
partecipanti si dividevano tra coloro che erano preoccupati dalla
nostra presenza perché “chi ce lo dice che non siete
terroristi?
” e altri che mostravano evidenti smorfie di
insofferenza mista a derisione nel vedere dei giovani permettersi di
“rompere” l’ingessata commemorazione che ogni anno si svolge a
San Michele al fiume, nella solita piazza… con le solite parole…
con sempre meno reduci e combattenti.
Persino i Carabinieri di
Mondavio, allarmati sin dal giorno prima da voci di una nostra
presenza “non autorizzata”, avevano convocato me e mia moglie in
caserma per delucidazioni. Ci dovettero “rilasciare” non
riscontrando in noi nessun elemento sovversivo o pericoloso per la
comunità.
Infatti la manifestazione
si svolse, come tutte le iniziative che organizziamo, nell’assoluta
correttezza e tranquillità.

A distanza di quasi dieci
anni siamo ancora impantanati nel conflitto in Afghanistan.
Continuano a morire
militari italiani: il 9 ottobre ne sono morti altri quattro, facendo
salire a 34 il bilancio delle vittime italiane in questa guerra
(trasformata in missione Isaf nel 2004).
In totale sono 572 i
soldati stranieri morti in Afghanistan dall’inizio dell’anno secondo
il sito icasualties.org.
In tutti questi anni si
sono susseguiti piani militari (se ne è perso il conto) per porre
fine alla guerra… tutti falliti! Ad oggi nessuno sa come uscire da
questo pantano…
Il conflitto si estende a
macchia d’olio, non solo nel Sud e nell’Est del paese ma, in modo
sempre più preoccupante, anche nel Nordest e nel Nordovest.

Oggi mi sono riletto il
documentoL’Italia
è in guerra. Io no.
, proprio quello distribuito durante la
Commemorazione dei Caduti. A quanto pare avevamo ragione, così come
avevamo ragione sulla guerra in Iraq, iniziata per motivi assurdi e
finita ancora peggio. Nonostante questo, a dover fornire chiarimenti
in caserma ci siamo finiti noi, mentre dai potenti che hanno voluto
questo conflitto nessuno ha mai preteso una spiegazione.