sabato 27 Luglio 2024
ArticoliArticoli 2011

Il baratto del turbogas

baratto1.jpg
Riceviamo e
pubblichiamo questo articolo di Vittorio Delmoro.

Non ho (ancora) firmato
l’appello contro la centrale turbogas messo in rete dal Comitato
Valcesano per chiedere alla Regione di chiudere in fretta la
questione.
Non l’ho fatto perché
ho raggiunto da un po’ la convinzione della sostanziale inefficacia
di queste raccolte di firme, dopo averne fatto una decennale
esperienza, nel mondo della scuola in particolare.
A metterle tutte insieme,
in questi anni avremo raccolto, sia fisicamente che on-line, milioni
di firme contro le politiche scolastiche degli ultimi governi, alcune
addirittura certificate ed autenticate (come le 100.000 su una
petizione popolare che da 5 anni giace nei cassetti del Parlamento);
senza che mai qualcuno le abbia tenute in qualche conto o che abbiano
prodotto un qualche significativo cambiamento.
Temo dunque che neppure le
1.500 firme già raccolte, neanche se fossero 5.000 o 10.000
raggiungerebbero l’obiettivo che perseguono.

Ma non avrei scritto
neppure una parola su questo se non avessi letto qualche giorno fa
sulla stampa locale la notizia dell’indignazione del nostro
Presidente Spacca che dichiarava di aver scritto a Berlusconi non so
quante lettere senza aver mai ricevuto una sola risposta.
Si tratta naturalmente
della richiesta di indennizzo (qualche miliardo di euro) per quelle
popolazioni ed imprese alluvionate dal recente disastro che ha
colpito il sud della nostra regione.
Spacca pretende che il
governo tratti le Marche come ha trattato il Veneto in occasione
dell’alluvione che colpì quella regione l’anno scorso, elargendo
a tambur battente un sacco di soldi.
Come dar torto al buon
Spacca : il governo centrale non può comportarsi in maniera difforme
di fronte agli stessi disastri che però colpiscono regioni governate
da differenti colori politici.

La mancata risposta di
Berlusconti a così reiterate insistenze m’ha però fatto pensare
ad un retroscena, perché una letterina non si nega a nessuno. È
vero che il capo del governo è in questo periodo oberato da affari
privati e privatissimi, ma quanto ci vuole a scrivere una letterina?
Bastava dirsi attento alle necessità presentate, mostrarsi sensibile
alle richieste, promettere interventi non appena ve ne fosse la
disponibilità e, insomma, rinviare la questione senza essere
scortese. In tal modo avrebbe anche dato sollievo ai suoi
rappresentanti sul territorio, che, seppure ancora in minoranza,
avrebbero bisogno di mostrare ai propri elettori l’interessamento
del governo nei confronti di questa contingenza.

Invece Berlusconi non
risponde. Come mai?
Se tu hai una richiesta
per me – deve aver pensato – allora anche io ne ho una per te.
E quale richiesta potrebbe
fare Berlusconi al nostro Presidente Spacca?
Che io sappia, c’è solo
una questione aperta tra il governo centrale e la nostra regione, la
questione energetica.
Sono infatti in ballo sul
nostro territorio una serie di iniziative – centrali, elettrodotti,
rigassificatori – su cui la Regione nicchia assai, ponendo al
governo centrale qualche problema.

Da qui nasce l’ipotesi
baratto : vuoi i soldi per gli alluvionati? Vuoi essere trattato come
il Veneto? Sgancia qualcosa sull’energia, ad esempio il sì alla
centrale turbogas.
Una richiesta del genere
non potrà mai essere formulata per lettera, caso mai percorrere
canali discrezionali che garantiscano però il raggiungimento delle
orecchie del nostro Governatore.
E come si sarà sentito il
buon Spacca quando avrà saputo del baratto?

Mettetevi nei suoi panni :
la permanenza sulla poltrona di guida della regione non è in
discussione nei prossimi quattro anni; ricandidarsi per un nuovo
mandato non è probabilmente fra i suoi programmi; del resto la
possibile perdita di consensi dei Valcesanensi per il tradimento
della promessa fatta loro in assemblea pubblica sarebbe compensato
largamente dai nuovi consensi ottenuti fra gli alluvionati cui
arriverebbero tanti soldi per la ricostruzione; inoltre la questione
turbogas e quella energetica in generale potrebbe semplicemente
essere messa in stand-by, in attesa che la crisi mondiale fomentata
dal disastro nucleare e dalla guerra libica non ricreino un’opinione
pubblica favorevole anche a questo tipo di centrali; ed infine basta
rallentare gli iter, posticipare le scadenze fino a raggiungere il
termine del mandato, che poi saranno altri ad occuparsene.

Tutto farebbe convergere
dunque sulla scelta di non chiudere adesso la questione con un NO
definitivo, lasciare tutto aperto, promettere al governo
collaborazione e dirsi disposti al baratto, incamerare intanto i
soldi per gli alluvionati e dilazionare i pronunciamenti.
Naturalmente c’è un
problema politico; o, meglio, il problema diventa allora tutto
politico.
Perché Spacca non può
permettersi una decisione in tal senso senza l’appoggio dei vertici
dei due partiti che lo sorreggono; anzi avranno deciso assieme in un
vertice ristretto come procedere.

Per il PD si tratterebbe
di percorsi già ampiamente sperimentati : al centro noi ci mettiamo
d’accordo per il baratto, magari decidendone noi i tempi; in
periferia lasciamo che i nostri si incazzino, anzi li sollecitiamo
noi ad incazzarsi, così da non perdere i consensi e mantenersi in
contatto con i desideri delle popolazioni; lasciamo che producano
documenti, che raccolgano firme, che magari propongano mozioni ed
ordini del giorno; il tutto con l’intento di far passare il tempo,
di allungare e di permettere la sostanza dello scambio.

Se questo quadro avesse un
qualche fondamento di verità, capirete che il valore di quelle 1.500
firme (o 5.000, o 10.000) decadrebbe subito e allo stesso tempo
porrebbe al Comitato e a tutti i Valcesanensi volonterosi una domanda
: che fare allora?

Percorrere le vie
istituzionali, come in larga parte ha fatto il Comitato, è
senz’altro una buona scelta, soprattutto quando riesce a
coinvolgerne così tante e pure di diverso colore politico (questa
non è e non deve essere una questione politica – urlano spesso
alcuni politici); purtroppo queste vie non sono controllabili dal
basso, o lo sono in misura marginale e molto periferica (giusto i
sindaci).
La minaccia del voto (del
non voto) è molto relativa ed aleatoria : chi colpirebbe? Tutti e
nessuno.
Per cui alle popolazioni
locali, di cui il Comitato è espressione, resta in sostanza solo la
forza espressa in prima persona :
il Presidente Spacca non
va convocato in assemblea pre-elettorale per fargli promettere quello
che poi potrà non mantenere; va prelevato dalla sua poltrona da
parte di un corteo di 1.500, 5.000, 10.000 Valcesanensi, condotto con
tutte le buone maniere sul palco della manifestazione e lì convinto
a firmare davanti a tutti i documenti che pongano fine alla questione
turbogas.
Naturalmente gli
esuberanti Valcesanensi saranno convocati da tutti i partiti
territoriali, dai sindacati provinciali e con i 35 sindaci alla
testa, tutti rigorosamente in fascia tricolore, percorreranno le vie
di Ancona sorreggendo un unico striscione : SPACCA FIRMA SUBITO!

Possiamo farcela, no?