sabato 27 Luglio 2024
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Vogliono modificare una buon legge… per peggiorarla!

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L’attuale legge italiana
sul commercio delle armi, la n. 185 del 1990, è considerata a
livello internazionale un modello. Proprio perché è una buona
legge, questo governo sembra intenzionato a modificarla.

La Rete Italiana per il
Disarmo ha denunciato in questi giorni il rischio che l’Italia, con
l’approvazione del disegno di legge “comunitaria” (AC 4059) che
andrà prossimamente in aula alla Camera, diminuisca i controlli sui
trasferimenti di armi e che la trasparenza faccia un passo indietro.

Come informa la Rete
Italiana per il Disarmo: “Sono sotto accusa i sei commi dell’art.
16 del disegno di legge “comunitaria”, che contengono il
dispositivo predisposto dal governo e non definiscono in modo
rigoroso i principi e criteri direttivi del decreto legislativo
conseguente, lasciando mano libera al governo di modificare,senza troppi paletti, la legge 185/90 sul commercio di armi”.
Il
fatto che il governo voglia utilizzare la Legge Delega è per
consentire all’esecutivo di scrivere le norme sul commercio delle
armi sulla base delle poche indicazioni contenute nella proposta di
legge “comunitaria”, senza alcuna trasparenza e senza nessun
confronto in Parlamento. Un confronto è invece necessario, sia con
il Parlamento sia con la società civile, visto e considerato che
proprio dai dati desunti dalle relazioni al Parlamento (che le
attuali norme sulla trasparenza impongono al governo) si apprende che
l’Italia vede un constante aumento di trasferimenti di proprie armi
all’estero.

Come precisa Giorgio
Beretta, analista di Rete Disarmo: “Armi italiane sono state
consegnate a paesi sotto embargo dell’Onu e dell’Unione europea a
paesi in stato di conflitto. Valgano come esempio i trasferimenti
degli anni 2005-2009 verso paesi problematici come Turchia per 1.483
milioni di euro (10,1% del totale), Arabia Saudita per 1.212 milioni
euro (8,2%), Emirati Arabi Uniti con 682 milioni (4,6%), Pakistan
(648 milioni, 4,4%) e India (594 milioni, 4,0%) ; e poi il Qatar
(2,2%), l’Oman (2,0%) e la stessa Libia che pure oggi è sotto
attacco anche delle nostre forze armate”.
Aggiunge Francesco
Vignarca, coordinatore della Rete: “Al regime di Gheddafi l’Italia
ha fornito nel 2009 oltre 11.000 tra fucili e pistole di natura anche
militare, senza dover passare per alcuna autorizzazione all’export
che non fosse un semplice nulla osta della questura locale. Ciò
proprio perché le armi leggere, di cui l’Italia è tra i massimi
produttori, non ricadono sotto i controlli accurati della 185/90.
Eppure ora si cerca di indebolire tale legislazione e non
rafforzarla, tenendo sotto controllo anche le armi leggere e
prevedendo pene per gli intermediari trafficanti, che ad oggi nel
nostro paese non sono punibili”.

Quello che quindi chiedono
le tante associazioni1che compongono la Rete Italiana per il Disarmo è quella di
stralciare l’articolo del disegno di legge che diminuirebbe i
controlli e la trasparenza sui trasferimenti delle armi, che
aumenterebbe il rischio di esportare armi italiane in teatri di
guerra e che queste vengano utilizzate per commettere gravi
violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale.

E’ in discussione in sede
ONU un trattato internazionale per il controllo dei trasferimenti
internazionali di armi. Proprio perché noi italiani abbiamo una
delle leggi più importanti in materia (appunto la 185 del 1990)
dovremmo essere in prima fila per aumentare gli standard di controllo
su questo discusso commercio, non certamente quello di voler
modificare, peggiorandola, una buona legge.

1La
Rete Italiana Disarmo è composta da: ACLI – Agenzia per la Pace
Sondrio – Amnesty International – Istituto di ricerche
internazionali Archivio Disarmo – ARCI – ARCI Servizio Civile –
Associazione Obiettori Nonviolenti – Associazione Papa Giovanni
XXIII – Associazione per la Pace – ATTAC – Beati i costruttori di
Pace – Campagna Italiana contro le Mine – Campagna OSM-DPN – Centro
Studi Difesa Civile – Conferenza degli Istituti Missionari in Italia
– Coordinamento Comasco per la Pace – FIM-Cisl – FIOM-Cgil –
Fondazione Culturale Responsabilità Etica – Gruppo Abele – ICS –
Libera – Mani Tese – Movimento Internazionale della Riconciliazione
– Movimento Nonviolento – OPAL – OSCAR Ires Toscana – Pax Christi –
PeaceLink – Rete di Lilliput – Rete Radiè Resch – Traduttori per la
Pace – Un ponte per…