sabato 27 Luglio 2024
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Vigliacchi: a volte ritornano

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Tre bombole di GPL,
collegate in serie con un timer, sono esplose intorno alle 7:50 di
sabato 19 maggio di fronte all’istituto professionale Morvillo
Falcone a Brindisi, causando la morte di Melissa Bassi, 16 anni, e il
ferimento di altre cinque compagne.

Nel mondo
dell’informazione si è subito scatenata la caccia al movente ed
abbiamo ascoltato di tutto e il contrario di tutto. Ma fino a quando
gli investigatori non troveranno la “firma” sull’ordigno è molto
difficile stabilire chi ha realizzato questo attentato. Di sicuro c’è
solo una cosa: sono stati dei vigliacchi.

Al momento tutte le piste
investigative rimangono in piedi: malavita locale, criminalità
organizzata, matrice politico-eversiva, gesto di un folle.
E’ corretto attendere che
gli investigatori facciano il proprio mestiere. Non c’è nulla di
male nel prendersi un po’ di tempo in attesa di qualche indizio in
più prima di iniziare a fare delle ipotesi.

Ma se
mettiamo insieme il fatto di Brindisi, gli atti di violenza contro
Equitalia, il ferimento di Roberto Adinolfi (amministratore delegato
di Ansaldo Nucleare) in un agguato rivendicato qualche giorno dopo
dal gruppo anarchico Fai-nucleo Olga, la manifestazione dei fascisti
di Casa Pound con l’impiccagione dei manichini in pubblico non si può
non notare come il nostro Paese stia vivendo una deriva pericolosa
con un senso diffuso di scoramento e di fallimento.
Alcuni sono preoccupati
dal possibile ritorno, in Italia, degli anni di piombo. Non trovo
questa possibilità del tutto fantascientifica. La crisi economica
può sicuramente acuire certi sentimenti di violenza nei confronti
della società.

Credo che il nostro Paese
abbia gli anticorpi giusti per affrontare questa eventuale
possibilità. L’antifascismo, la lotta al terrorismo degli anni
Settanta e ora la lotta antimafia hanno insegnato che occorre
difendere il proprio Paese per poterlo cambiare. Che uno stato
democratico, seppure con i suoi problemi e le sue contraddizioni, è
infinitamente meglio di una società della paura.