Inquinamento
UNA NUOVA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE NON PIU’ RIMANDABILE
Fonti fossili e multinazionali del petrolio problema principale
Comunicato
Stampa del Coordinamento Nazionale No Triv
Roma,
30 dicembre 2015
Mentre
stamane il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti incontra
d’urgenza Sindaci e Presidenti di Regione per stabilire gli
interventi contro lo smog nelle città italiane, il Coordinamento
NazionaleNoTriv
-200 associazioni, movimenti e comitatisu
tutto il territorio nazionale- ricorda che l’efficienza energetica,
la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico locale, soprattutto
su ferro, non sono stati una priorità per il Governo di Matteo
Renzi.
Nel
luglio del 2014 la
Commissione europea aveva aperto una nuova procedura d’infrazione nei
confronti dell’Italia per il superamento dei limiti delle polveri
sottili (PM10) in 19 “zone e agglomerati” di dieci Regioni
(Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise,
Campania e Umbria).
Nel
2012 si era conclusa una precedente procedura d’infrazione con una
condanna della Corte di giustizia che confermava il mancato rispetto
nel 2006 e nel 2007 dei limiti di PM10 in 55 zone.
Il
costo economico e sociale dell’inquinamento è stimato dalla Agenzia
europea per l’Ambiente in circa 50 miliardi di euro annui.
In
Italia si muore di smog molto più che in ogni altro paese
dell’Unione europea. Il costo sociale è altissimo.Le
84.400 vittime stimate dall’Agenzia europea dell’ambiente gravano sul
bilancio italiano per 226 miliardi di euro l’anno: il 14,6 per cento
del Pil, come sostengono i Verdi.
“Il
Governo continua a trattare come emergenze storie di quotidiana
follia”–
dichiaraEnrico
Gaglianodel
CoordinamentoNazionaleNo Triv –“Il
Ministro Delrio denuncia che l’Italia non ha investito a sufficienza
nell’auto elettrica e a idrogeno, e che la responsabilità è della
lobby del petrolio “ancora troppo potente”” –Gagliano conculde –“Ci chiediamo
dove fosse il Ministro Delrio, Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio, quando Renzi approvò lo Sblocca Italia nel 2014 con
espressa richiesta del Premier di raddoppiare la produzione di
idrocarburi,apparecchiando
il sottosuolo e i fondali marini italiani per il banchetto delle
multinazionali del petrolio”.
Lo
Sblocca Italia prevede, parafrasando il titolo di un celebre film di
Almodovar, “Tutto su gomma ed autostrade”.Su
smart grid, smart cities e storage elettrico il sistema Paese è in
ritardo rispetto ai competitor europei.
L’IPCC(ilGruppo
intergovernativo sul cambiamento climaticodell’Onu) ricorda che
laproduzione
di energia, in cui sono preponderanti le fonti fossili, contribuisce
per il 35% alle emissioni di gas a effetto serra; i trasporti per il
14%; l’inefficienza energetica nei settori dell’industria e
dell’edilizia per circa il 21%.
“Onestamente
la conversioneecologista
del Premier Renzi appare poco credibile”–
afferma Stefano Pulcini del Coordinamento No Triv –“il
Governo ha recentemente accolto in Legge di Stabilità parte dei
contenuti del Referendum No Triv, preoccupato da un’opinione pubblica
in larga maggioranza schierata contro le attività petrolifere sul
nostro territorio e nei mari italiani–
prosegue“se
l’intenzione del Governo fosse stata quella di un reale superamento
dell’orientamento energetico fossile, avrebbe riprodotto
integralmente e fedelmente i quesiti referendari negli emendamenti
sottoposti alle Commissioni e quindi nel testo votato alle Camere”.
“L’Esecutivo ha preferito invece optare per un intervento che ha
il chiaro scopo di eludere il referendumconcedendo,
allo stesso tempo, alle multinazionali dell’Oil & Gas,
l’opportunità di una maggiore flessibilità normativa, a fronte dei
sacrifici che l’azione referendaria è riuscita ad imporre” e
conclude“i
livelli di inquinamento in continuo aumento dimostrano che non è più
rimandabile una seria Strategia Energetica Nazionale che metta al
centrol’efficienza
energetica, le energie rinnovabili e la ricerca-sviluppo tecnologico.Questo modello
economico è ormai palesemente insostenibile sotto tutti i punti di
vista”.
Il
13 gennaio prossimo i 6 quesiti referendari saranno al vaglio della
Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sulla loro ammissibilità
anche alla luce di una serie di norme che il Governo ha inserito con
apposito emendamento nella Legge di Stabilità 2016 sotto la minaccia
incombente del referendum.
Per
informazioni alla Stampa
Monica Pepe, cell. 340 8071544
Enrico
Gagliano, cell. 347 3050437