Trasporto pubblico
L’idea
industriale che Barack Obama ha presentato nel suo primo discorso
sullo “stato dell’Unione” fa impallidire qualsiasi piano italiano
per il rilancio dell’economia, la creazione di posti di lavoro e
l’innesco di una crescita a lungo termine.
Il
Presidente degli Stati Uniti ha lanciato questo importante progetto:
“Faremo il più grande investimento in infrastrutture da quando
è stato creato il Sistema di autostrade interstatali. Non c’è
ragione perché l’Europa o la Cina debbano avere i treni più veloci
quando possiamo costruirli anche qui in America”.
Il
Dipartimento ai trasporti ha già infatti annunciato il finanziamento
di 8 miliardi di dollari per il primo progetto nazionale di treni
passeggeri ad alta velocità.
Una
vera rivoluzione per il modello statunitense, improntato dal 1956,
grazie al presidente Eisenhower, sull’uso dell’automobile privata: un
simbolo e uno stile di vita americano incentrato sul trasporto
individuale.
Una
rivoluzione anche per il risparmio energetico, visto che il trasporto
su strada è un fattore significativamente responsabile dei
cambiamenti climatici.
Mi
chiedo se in un momento in cui si discute della Fiat e del futuro del
lavoro qui in Italia, un’idea del genere sul rafforzamento del
Trasporto pubblico potrebbe essere ripresa in considerazione anche da
noi…
In
Italia ci sono più automobili per abitante che in tutto il resto
d’Europa e prima o poi si scoprirà che nelle città l’auto non si
può più usare perché non c’è più spazio. Questo vuol dire che
una quota significativa dell’industria automobilistica avrebbe dovuto
convertirsi, o comunque dovrà farlo, alla produzione di mezzi di
trasporto di massa: ferrovie, treni, metropolitane e autobus. Da
questo punto di vista siamo piuttosto malmessi, basti pensare che in
tutto il paese abbiamo meno di 200 chilometri di metropolitana,
mentre la sola Parigi ne ha 500.
La
crisi doveva essere un’occasione per discutere di una significativa
riconversione industriale verso le energie rinnovabili, il trasporto
di massa, il risparmio energetico: ad oggi non si è visto ancora
nulla. Questo è gravissimo perché le dimensioni della crisi sono
tali che senza programmi di riconversione i posti di lavoro persi non
si recupereranno neppure tra dieci anni.
Gli
Stati Uniti sembrano averlo capito… e noi italiani?