Conferenza per il bando delle armi nucleari
L’Assemblea dell’ONU ha votato il 23 dicembre la risoluzione per la Conferenza del 2017 che dovrebbe bandire gli ordigni nucleari.
L’esito della votazione è stato di 113 nazioni a favore e 35 contro, con 13 astensioni.
L’Italia stavolta ha votato a favore (mentre in Prima Commissione Disarmo, il 27 ottobre scorso, aveva votato contro).
Il governo italiano, con il voto a favore del disarmo nucleare, ha ascoltato la voce di tante associazioni e persone che hanno chiesto tale svolta nella politica italiana e lavoce del papa Francesco che, nella giornata della pace, ha ripetuto l’appello proprio in favore “della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari”, denunciando che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca non assicurano la coesistenza pacifica fra i popoli.
- Giorgio
Nebbia1ci ricorda l’importanza di questo tema: “Nel mondo nove paesi
possiedono armi nucleari; ce ne sono 15.000, molte su missili
intercontinentali, pronte a portare morte e distruzione in qualsiasi
parte del pianeta; alcune bombe termonucleari americane sono anche in
Italia a Ghedi e Aviano. […] Con l’eliminazione delle bombe
nucleari, le centinaia di miliardi di dollari che ogni anno le
potenze nucleari spendono per l’aggiornamento e il perfezionamento
dei loro arsenali, potrebbero diventare disponili per assicurare
cibo, acqua e case ai due miliardi di poveri del mondo.“
Soddisfazione espressa dai “Disarmisti”, tra questi Alfonso Navarra della Campagna OSM-DPN:
“Non si tratta ancora del disarmo generale e della tabuiżżazione della guerra in sé, ma due conseguenze della denuclearizzazione militare aprono la strada verso un mondo strutturalmente pacifico:
1) la rimozione assolutamente necessaria del pericolo della guerra nucleare per errore (vedi caso Petrov e Able Archer nel 1983);
2) la delegittimazione della logica della “deterrenza” nella sua espressione più estrema e perversa, e quindi di dove portano praticamente l’idea e la pratica della guerra cui essa è intimamente legata”.
Chissà se la Conferenza 2017 saprà rafforzare la proposta dell’alternativa nonviolenta, oppure si tratterà dell’ennesima votazione che non produrrà effetti (positivi) concreti.
Per dettagli consultare il link:
http://www.icanw.org/campaign-news/un-general-assembly-approves-historic-resolution/
1da
“Il Manifesto” del 31 dicembre 2016
Il governo italiano dormiva…
Ecco la risposta ufficiale del sottosegretario Mario Giro all’interrogazione di deputati del M5S: Abbiamo rettificato l’errore commesso con il voto del 23 dicembre all’ONU. La Conferenza del 2017 per il bando delle armi nucleari, a giudizio del governo italiano, sarebbe buona nelle intenzioni ma nei fatti divisiva.
Essendo il voto del 23 dicembre avvenuto a tarda notte, parrebbe di capire che la rappresentanza italiana avrebbe sbagliato bottone forse perché assonnata…
Questo chiarimento, mi informa Roberto Cotti, senatore del M5S, è avvenuto il 2 febbraio alla Camera, in 3^ Commissione, Affari esteri e comunitari.
La conseguenza che dobbiamo trarne, da disarmisti esigenti – e da nonviolenti pacifisti (per le donne e gli uomini di senno e di buona volontà) – è che dobbiamo mobilitare, sempre e comunque, l’opinione pubblica italiana, finora del tutto disinformata.
Ci vorrebbe più impegno – mi sia consentito dire – su quella che è la minaccia principale che pende contro l’umanità ed il cui contrasto delimita nel modo più chiaro la lotta per la vita contro le megamacchine della morte.
Qui di seguito è il sottosegretario Giro che parla, rivolto a Manlio Di Stefano:
[…] Insieme ai Paesi militarmente non nucleari dell’Alleanza Atlantica, nonché a Giappone, Australia e Corea del Sud, l’Italia è tradizionalmente fautrice di un «approccio progressivo» al disarmo, che riafferma la centralità del Trattato di Non Proliferazione, la sua universalizzazione e l’interdipendenza dei suoi tre pilastri (disarmo, non-proliferazione e uso pacifico dell’energia nucleare). Tale approccio è stato sviluppato in piena coerenza con la nostra adesione agli impegni assunti in seno all’Alleanza atlantica, la cui dottrina di deterrenza è stata confermata, da ultimo, da tutti gli Alleati al Vertice di Varsavia del 2016. Abbiamo inoltre ritenuto inopportuno sostenere iniziative suscettibili di portare ad una forte contrapposizione in seno alla Comunità internazionale su una questione che richiede un impegno universale ed il pieno coinvolgimento anche dei Paesi militarmente nucleari. Sulla base di tali premesse, desidero chiarire che l’intenzione di voto dell’Italia durante la sessione plenaria della 71ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Risoluzione
« Taking forward multilateral disarmament negotiations », è stata alterata da un errore tecnico-materiale che ha interessato anche altri Paesi. L’erronea indicazione di voto favorevole è stata successivamente rettificata dalla nostra Rappresentanza Permanente presso le Nazioni Unite, che ha confermato il voto negativo espresso in Prima Commissione. Secondo quanto mi segnalano, tale errore sembra essere dipeso dalle circostanze in cui è avvenuta la votazione, a tarda ora della notte del 23 dicembre. La decisione di votare contro la Risoluzione è stata assunta a seguito di una ampia riflessione, pur avendo l’Italia seguito con la massima attenzione la precedente
« Campagna sull’impatto umanitario dell’arma nucleare » organizzata dai Paesi proponenti. Pur condividendo gli obiettivi di fondo che persegue la Risoluzione, riteniamo che la convocazione, nel 2017, di una Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari, costituisca un elemento fortemente divisivo che rischia di compromettere i nostri sforzi a favore del disarmo nucleare. Un nostro sostegno avrebbe, in altre parole, rischiato di erodere la credibilità politica del « progressive approach » e del Trattato di Non Proliferazione