Una rivoluzione ecologica

David Quammen, giornalista scientifico statunitense, spiega in un recente articolo sul New York Times perché siamo in gran parte responsabili della pandemia di Covid-19: “Invadiamo le foreste tropicali e altri habitat naturali dove vivono molte specie animali e vegetali, che a loro volta ospitano tanti virus sconosciuti. Abbattiamo gli alberi, uccidiamo gli animali o li vendiamo nei mercati. Sconvolgiamo gli ecosistemi ed eliminiamo gli ospiti naturali dei virus. Quando questo accade, i virus hanno bisogno di nuovi ospiti. E spesso quegli ospiti siamo noi”.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), l’aumento delle malattie infettive emergenti coincide con la crescita sempre più rapida dei tassi di deforestazione tropicale registrati negli ultimi decenni.

Anche all’interno delle specie la diversità genetica sembra svolge un ruolo nella diffusione delle epidemie. Questa diversità permette infatti di ridurre l’esposizione agli agenti patogeni, al contrario l’allevamento intensivo favorisce il fenomeno inverso, provocando una semplificazione genetica e una maggiore uniformità delle specie su vasta scala.

Le pandemie sono in aumento e bisogna combattere non solo le malattie, ma anche i processi che ne permettono la diffusione.
Secondo i ricercatori la prossima pandemia è inevitabile. E potrebbe essere perfino più preoccupante in termini di mortalità del Covid-19. A meno che questa crisi senza precedenti non diventi l’occasione per una presa di coscienza. Dobbiamo fare una vera transizione ecologica, rimettere l’agricoltura al centro del territorio, agire localmente, lavorare con le comunità.
Ci vuole una scienza che s’interessi di più alle cause profonde. Ci occupiamo difatti delle cause dirette, ma facciamo fatica a capire le catene causali, che sono più complesse ma anche più vicine alla realtà attuale. E soprattutto abbiamo un approccio curativo: lasciamo che la malattia arrivi e ci diciamo che troveremo un vaccino per fermarla. Ma ancora oggi non abbiamo un vaccino contro la Sars, l’Aids, l’infezione da virus Zika.